Orwell e quella distopia superata dal presente

George Orwell ai microfoni Bbc
George Orwell ai microfoni Bbc
George Orwell ai microfoni Bbc
George Orwell ai microfoni Bbc

Dire Grande Fratello significa riverberare una nota trasmissione televisiva, la cui idea nasce sulla scia del vero Grande Fratello, quello autentico di George Orwell, in cui un dittatore (che nessuno ha mai visto ma i cui manifesti con una faccia da simil Hitler inondano la città: una Londra sordida e squallida) controlla costantemente il mondo di Oceania. Scritto nel 1948 (invertendo le ultime due cifre, l’autore dà il titolo al romanzo) il romanzo è pubblicato nel giugno 1949, dopo i grandi regimi totalitari del XX secolo, quando il mondo si stava dividendo in due zone di influenza contrapposte in quella che passerà alla Storia come «Guerra fredda». All’interno delle opere letterarie distopiche di fine ’800 e della prima metà dello scorso secolo, 1984 è unanimemente considerato il punto finale e definitivo di un genere. È infatti l’ultima utopia negativa, come tradizionalmente viene intesa: dopo le opere di H.G. Wells, Evgenij Zamjatin e Aldous Huxley, Orwell rappresenta la conclusione più ovvia e coerente. Ed è una conclusione angosciosa e priva di speranza, perché prospetta il peggiore dei mondi possibili. Il riferimento al mondo reale è presente in tutto il romanzo. I richiami alla contemporaneità sono costanti e fanno sì che il romanzo debba essere analizzato da un ulteriore punto di vista: non più, o meglio non solo, come frutto di pura fantasia, ma come il risultato di una analisi che sfocia in un’inevitabile denuncia. In buona sostanza un atto d’accusa verso un sistema privo di valori. Secondo la sociologa Shoshana Zuboff le condizioni sociopolitiche esistenti al tempo di Orwell sono state addirittura superate dalla realtà e sostituite da un potere diverso, più ambiguo, pervasivo e invisibile: il potere strumentalizzante del capitalismo della sorveglianza, che la Zuboff chiama Il Grande Altro. •.

Suggerimenti