PONTE DI LEGNO FASCINO E FORZA

di Chiara Comensoli
Ponte di Legno, località turistica di spicco dell’Alta Valcamonica, due anni fa fu la meta dell’arrivo della tappa di 226 chilometri iniziata a Lovere del Giro d’Italia
Ponte di Legno, località turistica di spicco dell’Alta Valcamonica, due anni fa fu la meta dell’arrivo della tappa di 226 chilometri iniziata a Lovere del Giro d’Italia
Ponte di Legno, località turistica di spicco dell’Alta Valcamonica, due anni fa fu la meta dell’arrivo della tappa di 226 chilometri iniziata a Lovere del Giro d’Italia
Ponte di Legno, località turistica di spicco dell’Alta Valcamonica, due anni fa fu la meta dell’arrivo della tappa di 226 chilometri iniziata a Lovere del Giro d’Italia

Punta estrema della provincia di Brescia, Ponte di Legno è il fiero ambasciatore dell’alta Val Camonica, stretto nell’abbraccio della provincia di Sondrio ad Occidente, tramite il Passo di Gavia, e di quella di Trento ad Oriente, per mezzo del Passo del Tonale. Sollevando lo sguardo scruta un’interminabile sequela di montagne, abbassandolo poggia gli occhi su una sterminata provincia che si estende ai suoi piedi, roteandolo tutt’intorno avverte il gorgoglio di capillari d’acqua freschissima che si incontrano per dare vita al fiume Oglio, che pomperà il proprio flusso lungo 280 chilometri attraversando la Valle e il fianco roccioso del Lago d’Iseo, giungendo nel cuore della bassa pianura Padana. Il primo documento storico che attesti la presenza di questa zona di confine risale al 774 d.C e parla della cessione da parte di Carlo Magno della Val Camonica e della «Dalania» al monastero di San Martino di Tours. Mentre il fluire del tempo si confonde con il fluire delle acque che popolano la Dalania, essa cambia nome e genere: il Medioevo la ribattezza con il nome di Dalegno. All’interno di questa grande comunità, che nel ‘600 verrà scomposta in «terre di dentro» e «terre di fuori» (Temù, Villa, Pontagna, Lecanù), ne compare una chiamata Ponte, poiché costruita come una palafitta al crocevia di due piccole arterie fluviali. Ed ecco che, rappresentante insigne di quella previdenza che caratterizza gli uomini di montagna, anche Ponte di Legno preferisce fare scorta di tutto a fronte dell’inverno: due le province con le quali confina, due i torrenti che lo valicano, due i nomi saldati insieme dal fabbro dei secoli per indicare il suo territorio. Ma due anche le guerre che trasformarono la montagna in un fronte che, di immacolato, aveva soltanto la neve che ne ricopre il manto: il Passo del Tonale rappresentava il confine naturale fra il Regno d’Italia e l’Impero AustroUngarico, il separé di roccia che la terra innalzò affinché il luogo fosse il più impervio possibile e scoraggiasse i suoi abitanti dal darsi battaglia. Lungo qualche percorso escursionistico è ancora possibile scorgere le fortificazioni difensive di fondovalle della Grande Guerra, come quelle che solcano come un monito i bei prati di Davenino, presso Incudine. A Vermiglio, in territorio Trentino, è visitabile il Forte Strino, eretto dagli austriaci e contrapposto all’unico forte italiano a protezione del confine: Forte di Corno d’Aola, fatto esplodere dai tedeschi in ritirata alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Scendendo un poco di quota rispetto allo scenario della cosiddetta Guerra Bianca, che sfidava i limiti imposti dall’ambiente naturale protraendosi anche fino ai 3000 metri, si trova un maestoso campo da golf, in località Valbione, in cui è possibile giocare al cospetto della severa Cima Salimmo, attorniati da un folto pubblico sviluppato per gradinate, secondo lo scarto altimetrico di oltre 3000 metri che caratterizza la vegetazione del Parco dell’Adamello: castagni, aceri e biancospini osservano dalla prima fila; abeti, larici e pini svettano dalla seconda; ontani, ginepri e rododendri sfiorano il cielo con le loro fratte scomposte dal vento. A Valbione, poco più a sud, si trova anche la nuovissima Railzip, inaugurata l’estate scorsa, che permette ad una o due persone per volta di spiccare un volo di 5 minuti lungo un percorso di 1,3 chilometri sulle teste dei giocatori di golf, degli escursionisti, degli abitanti e degli ontani sottostanti. Visto che qui ogni cosa sorge all’ombra di una montagna e ogni luogo viene presentato all’escursionista grazie ad un flusso d’acqua che, sotto le spoglie di cicerone, lo accompagna ovunque, non poteva non accadere anche per il Sozzine Park, un’oasi di relax e di gioco che sorge ai piedi del Monte Castellaccio e alla quale si giunge seguendo le indicazioni del torrente Narcanello. Nessuno dei materiali che compone il Parco nasce lontano dal grembo materno della natura: tutto è realizzato in legno, ma l’attrazione migliore non si può costruire. Il percorso Kneipp designa l’acqua, scesa direttamente dal ghiacciaio della Pisgana, quale assoluta protagonista, dando vita ad un itinerario cristallino da percorrere a piedi nudi. Mentre intorno è il metallico sole montano a percorrere la valle e la brezza profumata di arnica a lenire la fatica di una scarpinata.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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