«Processo Galileo» Un dialogo infinito

di Marta Giansanti
Uno spazio scenico  libero e aperto a una macchina del tempo al Teatro Sociale FOTO MASIAR PASQUALIMilvia Marigliano MASIAR PASQUALI
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Uno spazio scenico  libero e aperto a una macchina del tempo al Teatro Sociale FOTO MASIAR PASQUALIMilvia Marigliano MASIAR PASQUALI
Uno spazio scenico libero e aperto a una macchina del tempo al Teatro Sociale FOTO MASIAR PASQUALIMilvia Marigliano MASIAR PASQUALI

Anno domini 22 giugno 1633. Oggi. In un infinito dialogo di contrasti immersi nel rapporto tra scienza, potere, coscienza, politica, esistenze. Tra passato e presente. Un «Processo a Galileo», scritto da Angela Dematté e Fabrizio Sinisi, e portato in scena al Teatro Sociale da Andrea De Rosa e Carmelo Rifici. Un’ora e mezzo di spettacolo e di pathos verso una continua analisi di misteri e accadimenti del nostro e del vecchio tempo. Tre momenti storici per un solo spettacolo, perché l’abiura del padre della rivoluzione scientifica ha provocato un big bang giunto fino a noi. Uno spazio scenico libero e aperto a una macchina del tempo per far rivivere al pubblico in platea il vero processo a Galileo, costruito intorno ai materiali documentari dell’epoca e alle sue opere, e alle conseguenze della sua sovversione alla filosofia naturale aristotelica e alle Sacre Scritture. Processato e condannato dal Sant'Uffizio. Costretto, proprio quel 22 giugno del 1633, all'abiura delle sue concezioni astronomiche. Per aver «rovesciato il senso della scrittura asserendo la mobilità della terra e l’immobilità del sole». Uno spartiacque della cultura e consapevolezza moderna, indagate, ricercate e scandagliate dalla giornalista e suonatrice di pianoforte Angela, in dialogo con la figura di sua mamma ormai morta, nel drammatico tentativo di mettere insieme il suo desiderio di conoscenza. Una giovane ricercatrice che dà voce alle inquietudini filosofiche e politiche rispetto a un futuro in cui le macchine saranno sempre più integrate; la disperazione di un lutto da elaborare unita alla discussione con il «padre della scienza moderna». Un confronto intenso fino a portarla a un’unica strada, quella di mettere in discussione la visione del suo mondo. Passando dai fatti tragici della storia fino a portare Galileo ad essere di nuovo processato e «indagato» per aver innescato un’idea di progresso e di cambiamento, portando il mondo alla modernità. Perché con Galileo, costretto ad abiurare la sua scoperta, «comincia un tempo nuovo che parlerà un’altra lingua. Non più quella equivoca, ma quella esatta». Quella dello sviluppo della tecnica e della macchina: un riflessione sul ruolo che avranno nel mondo occidentale e nella società di oggi tra vantaggi e contraddizioni.•.

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