Talento pluripremiato, reduce dalla Seconda guerra mondiale

La famiglia dopo la sua morte ha donato 26 opere alla città«Gli uccelli»: si può notare l’eleganza del piumaggio«Le isole e le zattere»: evidente il rimando a Théodore GéricaultLe nostre schiave di Domenico Ghidoni: notevole lo scalpore
La famiglia dopo la sua morte ha donato 26 opere alla città«Gli uccelli»: si può notare l’eleganza del piumaggio«Le isole e le zattere»: evidente il rimando a Théodore GéricaultLe nostre schiave di Domenico Ghidoni: notevole lo scalpore
La famiglia dopo la sua morte ha donato 26 opere alla città«Gli uccelli»: si può notare l’eleganza del piumaggio«Le isole e le zattere»: evidente il rimando a Théodore GéricaultLe nostre schiave di Domenico Ghidoni: notevole lo scalpore
La famiglia dopo la sua morte ha donato 26 opere alla città«Gli uccelli»: si può notare l’eleganza del piumaggio«Le isole e le zattere»: evidente il rimando a Théodore GéricaultLe nostre schiave di Domenico Ghidoni: notevole lo scalpore

Nato a Brescia il 10 agosto 1910 e morto a Brescia il 5 gennaio del 2006, vero talento della pittura, allievo di Gaetano Cresseri e Giuseppe Trainini, Oscar Di Prata è stato uno dei maggiori artisti bresciani del ventesimo secolo. Particolarmente apprezzato per i suoi affreschi e mosaici, durante la Seconda guerra mondiale è stato prima combattente e poi prigioniero di guerra a Yol, alle pendici dell'Himalaya. Pluripremiato, viaggiatore e narratore dell’Europa, sfiorò l’astrattismo.

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