Testimonianze, emozioni «al tempo del Covid-19»

2020. L’anno della pandemia: i giorni della paura e del dolore; per molti, del coraggio, della solidarietà e della riscoperta del «senso di comunità». A sottolinearlo è Giovita Sorsoli, sindaco di Serle, nella prefazione al nuovo libro «Al tempo del Covid-19» (Edizioni Arnaldo da Brescia, 259 pagine). Un’antologia di «Testimonianze ed Emozioni» raccolte con pazienza da Maurizio Nicolini per mantenere viva la memoria di un’esperienza straordinaria che, in forme diverse, ha toccato tutti, a partire da chi «l’incubo» del virus l’ha vissuto direttamente. Di fronte all’inatteso «nemico invisibile e subdolo» le reazioni sono le più disparate; lo illustra questa «opera prima» di un giovane autore che alla passione per la scrittura unisce quella speciale sensibilità empatica così utile alla sua attività di soccorritore volontario e di assistente ad personam. Lo sguardo - centrato sui bisogni di chi soffre - è attento anche a “Chi si prende cura e assiste i malati” come titola il primo dei 7 capitoli. Medici, infermieri, operatori che - insieme ai soccorritori del secondo capitolo - sono in prima linea. Professionisti, o volontari, di una Sanità messa a dura prova da una sfida che interroga tutti, e ridiscute tutto: conoscenze scientifiche, organizzazione del lavoro, qualità dei rapporti interpersonali, verità dei sentimenti più profondi. Ansia, tristezza; stanchezza, stress. Pensieri e ripensamenti mentre lo scenario cambia. Costretti all’isolamento, alla «distanza», si riscopre il valore della «vicinanza», anche grazie all’odi-amata tecnologia: tele-incontri, smart working, dad... Fatiche e difficoltà. Ma anche un gran «rimboccarsi le maniche», un resistere insieme perché «l’unione fa la forza»; lo dicono in molti tra gli intervistati. E vale non solo per l’attività economico-commerciale; coinvolge anche la forza spirituale, il bisogno di «salvare il seme: la fede», di far rifiorire la speranza. Quella di una ritrovata sensibilità, di una convivenza più solidale. Perché la fine del Covid sia un «nuovo inizio».•. P.Mac.

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