«Tunega», cioè sparagli, e quella volta a Offlaga...

Tunega, espressione da cacciatori
Tunega, espressione da cacciatori
Tunega, espressione da cacciatori
Tunega, espressione da cacciatori

Una trentina d’anni fa, nelle campagne attorno a Offlaga, successe un fatto terribile. L’ennesimo episodio da «Arancia meccanica» al quale giornali e Tv diedero ampio rilievo per la sua efferatezza. Una coppia appartatasi in macchina era stata sorpresa da due giovani criminali che non avevano esitato a sparare all’uomo. La donna era stata poi costretta nel bagagliaio col moribondo e solo dopo parecchie ore ne era uscita. Al processo, alternando l’italiano al dialetto, i due assassini si rimpallarono le responsabilità. Uno dei due raccontò come fosse stato il suo complice a urlargli «tunega!»: cioè, sparagli. «Tunega» è parola onomatopeica che riconduce al rumore del tuono e che rende ancor più la drammaticità del gesto. «È espressione dialettale d’origine venatoria – mi viene spiegato –. Scherzando, posso dire “se lo fai di nuovo, te spare”, non direi mai “te tune”». Confinando con Sondrio, Bergamo, Mantova, Cremona, Verona e Trento, la provincia bresciana è fra le più vaste d’Italia. Vicinanze che contaminano i territori interessati di sfumature d’ogni genere, a cominciare dalla cucina fino al linguaggio e ovviamente ai dialetti. Le terre in cui si svolse quella terribile vicenda sono prospicienti alla provincia di Cremona con cui condividono una vocazione prevalentemente agricola, e il dialetto differisce non poco da quello di Brescia città e di altri luoghi del vasto territorio bresciano. «Tunega» è espressione tuttavia attinente più al tempo che alla geografia, perché la differenza con «sparaghe» si perde con l’avvicendarsi delle generazioni. Le più giovani – quelle cioè nate col nuovo millennio – sono tendenzialmente portate a utilizzare più l’inglese del dialetto.•

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