«Visto? Siamo cambiati per restare noi stessi»

Abbiamo iniziato, finalmente! Bello non dover aspettare la seconda serata. Siamo felici di aver potuto mostrare subito «Fiamme negli occhi». Qualcuno magari sarà rimasto stupito: «Non sono i soliti Coma_Cose». Vero, verissimo. È così, lo confermiamo. Ma Sanremo (con tutto il rispetto) c’entra niente, in questo cambiamento. La verità è una: noi cambiamo sempre. Fin da quando abbiamo cominciato. Cambiano i testi, cambia la musica perché nel frattempo cambiamo noi. È fisiologico, chiaro, ma nel nostro caso trasformarci è qualcosa di connaturato al progetto di fondo. E di certo non ci snaturiamo. Noi siamo orgogliosi di aver portato la nostra formula all’Ariston perché pur cambiando non ci siamo snaturati, anzi il cambiamento è la nostra stessa natura. E comunque, innanzitutto: è nata prima la canzone, poi la partecipazione al Festival. Noi avevamo scritto «Fiamme negli occhi» per il nuovo album; dopodiché, ragionandoci, ci siamo detti che poteva essere adatta al palco di Sanremo. Evidentemente non lo pensavamo soltanto noi! Siamo diversi, dunque. Ma siamo stati bene attenti a bilanciare gli aspetti del brano. È una canzone d’amore, racconta il sentimento reciproco che resiste agli alti e i bassi di una relazione, come un giuramento rafforzato da un solo sentire, da una passione comune. Un testo carico di emotività che la musica compensa per evitare l’effetto zuccheroso. L’abbiamo detto e ne siamo convinti: qui c’è la malinconia di un falò estivo quando sono andati via quasi tutti e tu sei ancora lì a suonare la chitarra, perché hai qualcosa di urgente da esprimere. Siamo stati noi stessi. Siamo, e saremo, con i Mamakass, che domani divideranno con noi e con Alberto Radius la serata delle cover e che producono tutte le nostre cose insieme a noi. Per questo siamo tanto felici di essere a Sanremo, con un pezzo come questo che è profondamente nostro e avrebbe visto la luce a prescindere, Festival o non Festival, mentre fuori c’è il sole e sentiamo il profumo del mare. È anche un modo per ricominciare, questo Festival. Abbiamo visto tanti lavoratori dello spettacolo poter tornare operativi dopo un anno di stop che è stato drammatico per tutti: difficile capire perché a molti questa possibilità non sia andata giù. Ormai si fa polemica davvero su tutto e non sembra andare mai bene niente. Noi crediamo che fosse essenziale ricominciare, ripartire da qualche parte e il teatro Ariston è un ottimo posto per farlo. Siamo contenti che il Festival di Sanremo si faccia non soltanto per noi, che esordendo qui abbiamo portato con noi anche un bel pezzo della scena indipendente che ci ha visto nascere: siamo contenti perché questo Festival può essere un precedente per poi riprendere a suonare negli altri teatri, per fare concerti e rilanciare altre manifestazioni culturali. Non è reato dare un po’ di leggerezza e di intrattenimento. La gente ne ha bisogno. Siamo a Sanremo anche per questo.

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