A2A-LGH, l’Anac «boccia» l’operazione

di R.E.
Una veduta esterna della sede del gruppo A2A in via  Lamarmora
Una veduta esterna della sede del gruppo A2A in via Lamarmora
Una veduta esterna della sede del gruppo A2A in via  Lamarmora
Una veduta esterna della sede del gruppo A2A in via Lamarmora

Solo due giorni fa è emerso il via libera dai Comuni di Como, Monza, Sondrio e Varese per l’adesione al progetto di aggregazione con A2A delle utility Acsm-Agam, Aspem, Aevv, Aevv Energie, Lario reti Holding, Acel Service, Lario Reti Gas con l’obiettivo puntato, nel breve periodo, sulla concretizzazione del polo lombardo nel settore. Poche ore dopo, però, per A2A, si è aperta una nuova partita destinata a non passare inosservata. L’ANAC (Autorità nazionale anticorruzione), guidata da Raffaele Cantone, ha inviato alla Corte dei Conti e all’Autorità garante per la concorrenza la delibera del 21 febbraio scorso con cui ha bocciato l’acquisto del 51% di LGH (Linea Group Holding) da parte della spa quotata in Borsa. Per l’Anac, la compravendita non poteva avvenire in forma diretta: serviva un bando. A2A e LGH sono utility partecipate da Comuni lombardi: la prima opera in particolare nelle province di Brescia e Milano, la seconda in quelle di Cremona, Pavia, Lodi e Brescia. L’istruttoria dell’Anac, avviata dopo un esposto di consiglieri regionali e parlamentari del Movimento 5 Stelle, ha riguardato l’acquisizione, da parte di A2A, del 51% del capitale sociale di LGH: un’operazione partita nel 2015 e conclusa dopo una lunga trattativa. Per l’Autorità, la cessione delle quote di LGH non era possibile «in via diretta, senza una previa procedura concorsuale, competitiva e comparativa», non essendo questo «in linea con la normativa di riferimento». Non solo, «in considerazione dell’elevato importo della compravendita» (113 milioni 297.686 euro: il 58,25% corrisposto in contanti, il resto in titoli A2A), «il bando avrebbe dovuto essere pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea». Sempre per l’Autorità nazionale anticorruzione, si legge tra l’altro nella delibera, «l’operazione, in ogni caso, potrebbe non integrare la massima valorizzazione economica delle azioni che avrebbe potuto ottenersi con una procedura a evidenza pubblica funzionale alla cessione delle stesse sul mercato». IMMEDIATE le reazioni dal fronte 5 Stelle. «Sono necessarie gare europee ad evidenza pubblica per le fusioni e le partnership pubblico/privato come quella tra A2A e LGH o quelle che ancora vengono predisposte da enti pubblici lombardi per dar vita al polo delle utility del nord - ha sottolinea in una nota il neo consigliere regionale in Lombardia, Ferdinando Alberti, primo firmatario dell’esposto -. Chiediamo uno stop immediato ai politici coinvolti o saranno ritenuti responsabili del danno erariale. Non avevamo dubbi. Ci chiamavano gli "inesperti grillini" e già nel 2016 davamo una sonora lezione ai blasonati studi di avvocati a fianco di A2A». Ora la parola passa alla Corte dei Conti, «che si esprimerà per i profili di competenza» ha evidenziato Ferdinando Alberti. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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