Beretta manda in pensione il Kalashnikov

di V.R.
La Polizia penitenziaria polacca alle prove del Beretta Arx 160
La Polizia penitenziaria polacca alle prove del Beretta Arx 160
La Polizia penitenziaria polacca alle prove del Beretta Arx 160
La Polizia penitenziaria polacca alle prove del Beretta Arx 160

La «cortina di ferro» non c’è più da 30 anni, ma le forze armate e di polizia dei Paesi dell’Est hanno ancora gli inventari pieni di equipaggiamenti di origine russa, dai fucili Kalashnikov agli aerei Mig, retaggio del Patto di Varsavia. Sono dunque storicamente rilevanti, oltre che economicamente promettenti, le news che interessano il gruppo Beretta di Gardone Valtrompia. LA POLONIA, con una prima limitata commessa, e la Romania con un progetto molto significativo per volumi e prospettive industriali, hanno deciso di adottare il fucile d’assalto Beretta Arx 160 come arma standard, in sostituzione dei vecchi lotti della famiglia Kalashnikov. Dal fronte polacco, la notizia è l’adozione dell’Arx 160 per la Polizia penitenziaria, corpo dipendente dal ministero degli Interni. Dovrebbe trattarsi di una fornitura di 350 armi per un importo di poco inferiore ai 600 mila euro, ma è già il secondo successo del gruppo Beretta dopo l’adozione da parte di Varsavia dei fucili di precisione a marchio Sako, con un contratto da 7 milioni di euro. Dalla Romania, invece, non c’è un contratto per il momento, ma il discorso è molto più consistente per i volumi in gioco e per le prospettive di cooperazione industriale. A BUCAREST, il ministro dell’economia Nicolae Badalau ha annunciato un progetto per adottare il fucile d’assalto Beretta Arx 160 come arma standard per l’intero esercito romeno, in sostituzione dell’attuale derivato dall’Ak 47. Si parla di un requisito di 50 mila pezzi: secondo il governo romeno potrebbero essere co-prodotti, assemblando i fucili nello stabilimento Uzina Mecanica Plepeni, che attualmente produce proiettili d’artiglieria. Dicono dalla Romania che il governo di Bucarest sta lavorando per preparare una «cornice normativa» per rendere possibile l’accordo. Si vedranno gli esiti, nel frattempo vale la pena ricordare che proprio su questo tipo di intese industriali si fonda la strategia globale dell’azienda valtrumplina: nell’ultimo anno, ha già stretto accordi di coproduzione in Argentina e in Qatar. Con il governo di Buenos Aires risale allo scorso anno l’accordo per l’Arx 200, assemblandolo localmente nell’impianto delle Fabricaciones Militares nella provincia di Santa Fe. Il progetto procede lentamente, per la situazione finanziaria argentina, ma è firmato. In Qatar invece è operativa una joint venture per produrre gli stessi modelli di armi leggere in un nuovo sito già operativo a Doha. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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