BILANCI 2015. La scissione dalle attività industriali di quelle turistico-immobiliari produce effetti sul gruppo che fa riferimento alla spa di Artogne. Vendite a 159,6 mln

«Fintro», il nuovo assetto dà subito risultati

Nel 2013 il piano industriale pluriennale, con l’avvio di azioni di razionalizzazione anche nella struttura e l’obiettivo, che si concretizzerà alla fine di questo esercizio, di ridurre il numero delle società snellendo i processi interni e ottimizzando ulteriormente i costi. L’anno dopo, inserito in questo ambito orientato verso i business più promettenti per crescita del mercato e dei margini, il via libera al progetto di scissione tra la parte industriale e quella turistico-immobiliare con effetti (su più fronti) dal 2015.

UN NUOVO assetto, come emerge dal bilancio consolidato al 31 dicembre scorso, capace di produrre subito risultati per il gruppo che fa riferimento alla Fintro spa di Artogne, presieduta da Sergio Trombini, con 1.466 dipendenti (circa 1.700 dodici mesi prima): se i ricavi si attestano a 159,681 mln di euro (di cui 72,1 mln in Italia) contro i 207,056 mln del 2014, il margine operativo lordo sale da 14,783 mln a 19,177 milioni di euro, il risultato operativo da 7,668 mln a 12,548 mln di euro; ma soprattutto il conto economico cancella il «rosso» precedente e torna a mostrare profitti per 0,496 mln di euro. In miglioramento la posizione finanziaria netta a 37,5 mln di euro (50,821 mln post-scissione). Le attività definite «no-core» e non industriali ora fanno riferimento - con le relative società uscite dal perimetro di consolidamento - alla Serfin srl sempre di Artogne e guidata da Sergio Trombini.

SUL FRONTE del business, l’impegno trova ora riscontro nei comparti Energia (con le divisioni Oil&Gas e Green Power: per quest’ultima vanno registrate l’apertura di una nuova unità operativa in Canada con riferimento al settore idroelettrico e l’istallazione delle prime turbine per l’eolico) e Costruzioni (con le divisioni Industriali e Infrastrutture e Appalti). Riguardo l’area Power Generation, come spiegato dagli amministratori nella relazione, va registrata l’uscita definitiva del gruppo da questa area concretizzata lo scorso febbraio con la cessione delle quote della Iter spa, controllante della Energia Verde spa (produzione di energia elettrica). Le prospettive sono nel complesso positive, puntando anche sul rapporto instaurato da tempo con la Ilva di Taranto (ora in amministrazione straordinaria), che interessa in particolare Semat spa e le sue controllate, adattato alla nuova situazione che caratterizza il cliente.R.E.

Suggerimenti