«L’agroalimentare è strategico per il Paese. Ma va supportato»

di Claudio Andrizzi
Alla Ca’ del Bosco di Erbusco l’annuale assemblea della Coldiretti di Brescia: un importante momento di confronto che ha impegnato anche due ministri del Governo Draghi FOTOLIVE/VeneziaLa platea che ha seguito i lavori negli spazi della cantina franciacortina
Alla Ca’ del Bosco di Erbusco l’annuale assemblea della Coldiretti di Brescia: un importante momento di confronto che ha impegnato anche due ministri del Governo Draghi FOTOLIVE/VeneziaLa platea che ha seguito i lavori negli spazi della cantina franciacortina
Alla Ca’ del Bosco di Erbusco l’annuale assemblea della Coldiretti di Brescia: un importante momento di confronto che ha impegnato anche due ministri del Governo Draghi FOTOLIVE/VeneziaLa platea che ha seguito i lavori negli spazi della cantina franciacortina
Alla Ca’ del Bosco di Erbusco l’annuale assemblea della Coldiretti di Brescia: un importante momento di confronto che ha impegnato anche due ministri del Governo Draghi FOTOLIVE/VeneziaLa platea che ha seguito i lavori negli spazi della cantina franciacortina

«L’agroalimentare può diventare la locomotiva del Paese, ma bisogna spingere gli investimenti in innovazione reale per valorizzare la redditualità delle imprese». Questo il messaggio lanciato dal presidente Ettore Prandini durante l’assemblea di Coldiretti Brescia, ospitata a Erbusco da Ca’ del Bosco, alla presenza dei ministri delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, e della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta (collegato in videoconferenza). Con loro i presidenti di Ca’ del Bosco, Maurizio Zanella, e di Italmark Marco Odolini, l’assessore con delega per Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi della Regione Lombardia, Fabio Rolfi e il consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia: un’occasione per un confronto a tutto campo sulle prospettive del comparto nel nuovo scenario di ripresa post pandemico. «Da gennaio a maggio 2021 l’export ha fatto segnare un incremento del 10% su base annua - ha spiegato Luigi Scordamaglia -. Il mondo non aspetta altro che la nostra ossessione maniacale per la qualità: ma esistono anche forze contrarie al modello agroalimentare della dieta mediterranea, che non piace a chi vuole omologare la produzione del cibo tagliando il cordone con l’agricoltura». D’accordo il ministro Patuanelli. «Il rischio massimo che stiamo correndo è la deriva verso un’agricoltura come commodity mondiale: non è quello che è perché la produzione made in Italy rappresenta la somma di energie e tradizioni di un Paese nel quale la fitta rete di microimprese è un valore da supportare - ha rimarcato -. Dai rischi del cibo sintetico dobbiamo uscire rafforzando le nostre caratteristiche: per questo il Piano nazionale dell’agricoltura prevede fondi praticamente senza limiti per chi vuole investire in innovazione. Ma sarà importante evitare la pratica della distribuzione di risorse a pioggia, indirizzando e monitorando attentamente i progetti più virtuosi». Una modalità operativa che, come spiegato dal ministro Brunetta, si inserisce in un momento storico ricco di opportunità irripetibili. «Fino ad oggi siamo stati impegnati a snellire la burocrazia, intervenire per cambiare il Paese - ha spiegato -: il Next Generation EU ha modificato il paradigma europeo attraverso una sorta di contratto che molto sinteticamente prevede risorse in cambio di provvedimenti realizzati in tempistiche molto precise. Per questo penso che forse sia arrivata la volta buona per imprimere al Paese la svolta di efficienza di cui ha bisogno. Il successo, comunque, dipende anche dalle forze vive, dai cittadini, dalla fiducia delle imprenditori». Marco Odolini si è detto sicuro del fatto che le imprese sono pronte per ricostruire il sistema. «Ma servono certezze e velocità nell’applicazione - ha rilanciato -: bisogna fare presto perché i problemi sono enormi, non ultimo quello della formazione dei giovani». Bisogna privilegiare «la qualità degli interventi - ha puntualizzato Maurizio Zanella -. Non abbiamo più bisogno di assistenzialismo, bensì di un sostegno mirato a chi è in grado di proporre investimenti vincenti per l’intero sistema». Anche per Fabio Rolfi «le aziende vanno incentivate a fare innovazione come del resto accade nel Psr lombardo, che punta a incentivare gli sforzi in innovazione e sostenibilità di un’agricoltura spesso mal rappresentata, ma che ha un rapporto tutto nuovo con l’ambiente». Nelle conclusioni il presidente Prandini ha concordato sulla necessità di sostenere gli sforzi della parte positiva del Paese che crea sviluppo e innovazione. «Tutto sarà inutile, però, se non saremo capaci di dare il giusto riconoscimento economico al lavoro degli agricoltori: una sfida che deve passare anche da un nuovo ragionamento sul sistema infrastrutturale, che riveste un’importanza strategica anche sul fronte turistico: non possiamo accettare che il Garda non abbia una fermata dell’alta velocità - ha detto -. Ma soprattutto è fondamentale portare i prodotti sugli scaffali del mondo, soprattutto in quei Paesi dove maggiori sono le prospettive di crescita demografica ed economica: bisogna ripensare ad esempio il ruolo dei porti, di aeroporti come quello di Montichiari dove potrebbe essere sviluppato un sistema cargo efficiente. Perchè è vero, l’export continua a crescere, però la Spagna cresce di più puntando sulla logistica».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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