LE MOLTE SCADENZE

Agenda per l'Italia il rispetto degli impegni

di Antonio Troise

La formula è quella solita: il governo resta in carica solo per il disbrigo degli affari correnti. Eppure, mai come questa volta, sarà difficile fare fronte a una situazione straordinaria, come quella che quotidianamente stiamo vivendo, con i poteri dell’ordinaria amministrazione. In altri periodi politici potevamo anche permetterci di restare in stand-by per mesi, in attesa che dalle urne uscisse un verdetto più o meno chiaro. Un lusso che oggi non possiamo più permetterci. Il prossimo autunno si presenta con scadenze da far venire i brividi. C’è la legge di Bilancio da approvare in tempi rapidissimi per evitare l’esercizio provvisorio. Dobbiamo completare quelle riforme e quegli interventi necessari per evitare di finire un’altra volta nel poco invidiabile club dei Paesi poco affidabili e perdere la terza tranche del Pnrr prevista per fine anno: circa 21 miliardi di euro. Non basta. Dobbiamo fare i conti con la drammatica guerra nel cuore dell’Europa e, soprattutto, sui nuovi equilibri di potere che si stanno instaurando a livello internazionale. Tavoli che non si interromperanno certo a causa della crisi di governo italiano e delle prossime elezioni politiche in programma il 25 settembre. Se a tutto questo aggiungiamo il rischio di una vera e propria crisi sociale, innescata dall’inflazione e dalla folle rincorsa dei prezzi dell’energia, possiamo effettivamente toccare con mano le preoccupazioni che hanno spinto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per evitare un vuoto di potere in uno dei periodi più difficili e bui della storia europea. Ma, proprio per questo, è necessario che il governo, pur nel solco delle regole della Costituzione e delle leggi, prosegua ad operare, approvando i provvedimenti più urgenti, quelli che servono a sostenere famiglie e imprese. Ma anche quelli che dovrebbero dare una sterzata ai conti pubblici e metterli in sicurezza. Per centrare questo obiettivo, però, occorre che anche i partiti facciano la loro parte, al netto della competizione elettorale, appoggiando l'esecutivo tutte le volte che saranno in gioco gli interessi generali. Certo, nessuno può immaginare che un governo che ha davanti a sé un orizzonte temporale così limitato possa fare miracoli. Eppure, da qui a novembre, quando presumibilmente ci sarà un nuovo governo, sarebbe estremamente grave una paralisi completa dell'esecutivo. Bene ha fatto, perciò, Draghi a convocare già questa settimana, sindacati e imprese per fare il punto sulle misure da mettere in campo a fine mese contro l'inflazione e l'emergenza sociale. Come a dire: non c'è tempo da perdere. Il Paese ha bisogno di risposte e interventi concreti. Che, in molti casi, possono e devono venire prima delle tante parole e promesse che riempiranno la prossima campagna elettorale sotto l'ombrellone.

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