L’EDITORIALE

Biden in Europa e la sfida alla Cina

di Alberto Pasolini Zanelli

I dazi commerciali e la minimum tax sulle aziende. I vaccini e le relazioni con Mosca e Pechino. Sono tanti i dossier che il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, affronterà con gli alleati europei, prima al tavolo del G7 in Cornovaglia, poi a Bruxelles al vertice Nato e con i vertici dell’Ue. «L’America è tornata e le democrazie sono unite per affrontare le sfide del futuro», ha detto Biden parlando alle truppe alla Royal Air Force in Gran Bretagna. Prima di partire aveva spiegato lo scopo della missione in Europa: «Mostrare a Putin e alla Cina che gli Stati Uniti e l’Europa sono uniti». Da Pechino però arrivano toni diversi. Un mezzo sorriso è comparso sulla fortezza della Cina. Forse addirittura un invito, cauto, dalla bocca del supercapo del regime, Xi Jingping. Formalmente rivolto non all’estero ma alla «famiglia» di potere e ideologica, indirizzato in sostanza all’opinione pubblica del resto del mondo e dai suoi governi, naturalmente iniziando da quello americano. Xi Jingping, che negli ultimi anni ha dato l’impressione di voler recuperare parte dei toni e delle iniziative dei tempi di Mao. La sostanza è però quella di una prima e cauta mano tesa al resto del mondo. La Cina è sotto pressione per le indagini sull’origine del Covid, che avrebbe causato fino a oggi nel mondo 180 milioni di contagiati e 3,7 milioni di morti. Ai suoi però, il presidente cinese ha parlato in termini moderati: «Dovete usare i toni giusti, essere aperti e fiduciosi e anche modesti, per creare un modello del nostro Paese rispettabile e amabile».

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