LA NUOVA FASE

Campagna elettorale: sia seria e concreta

di Antonio Troise

Rien ne va plus. La grande lotteria delle liste è finita ieri sera. Con tanti sorrisi, ma ancora più mugugni. Con 345 scranni in meno fra Camera e Senato la lista degli esclusi, anche eccellenti, si è allungata a dismisura. Mentre, per effetto dell’attuale legge elettorale, sono tanti i posti in bilico per effetto delle sfide nei collegi uninominali. Alla fine, il puzzle delle liste, vede tanti volti noti, pochissimi sindaci e una scarsa pattuglia di vip. Con i malumori dei big locali che si trovano in lista candidati paracadutati da Roma. Nel mirino finisce, ad esempio, la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, che si aspettava di correre nel suo collegio in Veneto finito nelle mani di Flavio Tosi. La seconda carica dello Stato dovrà correre in Basilicata. Punta su Padova anche la bolognese Anna Maria Bernini, sempre per Forza Italia, mandando in fibrillazione il partito in Veneto. Mentre Berlusconi si è assicurato una manciata di collegi sicuri fra la Lombardia, Campania e Monza per il gran ritorno in Senato. Per Matteo Salvini la sfida è su Milano, dove la Lega ha bisogno di ribadire la sua presenza e il suo peso. Mentre per Giorgia Meloni sono pronti cinque i collegi: Abruzzo, Lazio, Lombardia, Puglia e Sicilia. Il numero uno del Pd, Enrico Letta, correrà invece in Veneto e in Lombardia, deciso a sfidare il centrodestra nel cuore del ricco Nordest. Ma nel partito ci sono ancora i cocci della battaglia di Ferragosto, con la lotta all'ultimo seggio che è costato lo scranno a un fedelissimo di Renzi come Luca Lotti. Conte scommette su 4 collegi (Lombardia, Puglia, Campania e Sicilia) per essere sicuro di entrare. Mentre Luigi Di Maio gioca la partita a Napoli Fuorigrotta, a un passo dallo Stadio Maradona dove ha perfino lavorato. Insomma, chiuso il capitolo delle liste, si può partire con la campagna elettorale. Che, per la verità, finora, è stata piuttosto deludente. Si è parlato soprattutto di alleanze e alchimie della politica, con partiti che entravano e uscivano dalle coalizioni. È tornato alla ribalta la polemica sul fascismo e hanno tenuto banco gli interventi a gamba tesa della Russia nella nostra campagna elettorale. Ma ora, con il prezzo del gas che potrebbe addirittura raddoppiare nei prossimi mesi, una situazione economica che ha fatto suonare tutti i campanelli d'allarme e le tensioni geo-politiche che ancora si profilano all'orizzonte, è arrivato il momento di scoprire le carte sui temi che davvero toccano gli interessi dei cittadini. Sarebbe opportuna, insomma, una campagna elettorale nel segno della responsabilità e degli impegni concreti che, chiunque vincerà le elezioni, dovrà rispettare nell'interesse generale. Vedremo presto se i partiti, nessuno escluso, saranno all'altezza della sfida.

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