Il danno è grave, la risposta dev’essere «eccezionale». L’aggettivo che Mario Draghi ha scelto nella conferenza stampa per qualificare le decisioni del governo contro le ripercussioni economiche della guerra in Ucraina, è accompagnato da un numero inatteso: 14 miliardi. Tanto valgono le misure contenute nel corposo decreto-legge che punta a salvaguardare il potere d’acquisto delle famiglie e a difendere la capacità produttiva delle imprese. E che si aggiunge - ha ricordato Draghi - ai precedenti 15,5 miliardi per un totale di quasi 30, «due punti in percentuale di Pil e senza scostamento di bilancio». Dunque, più che un «decreto aiuti», com’è stato battezzato, l’intervento del governo somiglia a una manovra contro la guerra, e non solo per il raddoppio delle cifre previste all’inizio e considerate insufficienti da sindacati e imprenditori. Il testo indica, infatti, anche strada e procedure perché l’Italia raggiunga l’indipendenza dal gas russo. Per combattere l’inflazione. Per sostenere i redditi più bassi. Si calcola che saranno 28 milioni di italiani a beneficare del bonus di 200 euro per compensare il caro energia. Inoltre, il decreto liberalizza e semplifica per cercare di avviare le riforme da tempo sollecitate e consentire così alla società di crescere all'insegna della rivoluzione digitale, della transizione ecologica, delle innovazioni in diversi campi già indicate nel pacchetto del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Che si tratti di una nuova e forte direzione di marcia impressa, lo testimonia, paradossalmente, il dissenso dei ministri del Movimento 5 Stelle, che non votano il testo perché contrari al termovalorizzatore a Roma. Significa che il governo, conferendo poteri speciali al commissario del Giubileo sui rifiuti, cioè dando la possibilità di realizzare l'impianto, ha compiuto una scelta precisa, e non a parole. Questo provvedimento «è il senso del governo stesso», ha sottolineato Draghi, con ciò confermando quale sia la linea politica e strategica dell'esecutivo tra guerra e pandemia: l'economia, innanzitutto. Sullo sfondo resta immutato il sostegno all'Ucraina, che il presidente del Consiglio ha ribadito in sintonia con tutti gli alleati dell'Occidente, definendo «aberranti e oscene» le dichiarazioni televisive del ministro degli Esteri russo, Lavrov.