L’EDITORIALE

Contro il virus vietato dividersi

di Federico Guiglia

Il contrasto rende bene l’idea di quanto la società dimostri sempre d’essere più avanti e avveduta della sua classe dirigente. Mentre i politici spaccano il capello in quattro con l’amletico «è giusto o non è giusto rendere obbligatorio il vaccino contro il Covid?», i cittadini la loro scelta l’hanno già fatta: entro settembre otto italiani su dieci risulteranno completamente immunizzati, «54,3 milioni di cittadini dai 12 anni in su», come entra nel dettaglio il generale Francesco Figliuolo, che intravede un traguardo da primato europeo. Non è un caso se imprenditori e sindacati, spesso contrapposti per ragioni di ruolo o di proposte, concordino sull’obbligo del vaccino e del certificato verde nel mondo del lavoro. Non con le chiacchiere, dunque, ma con i fatti l’unità nazionale è stata raggiunta nel Paese prima ancora che nel governo, che pure è nato per rappresentarla. C’è persino la controprova: le mobilitazioni degli anti-vaccino si sono rivelate ovunque un flop. Non si comprende, allora, perché Matteo Salvini, che pure nella realtà produttiva e intraprendente del Paese trova non pochi dei suoi consensi, continui a volersi smarcare dal rigore (...) segue a PAG.3

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