Crescita e stangate, i due volti dell'Italia

di Antonio Troise

L'Italia va. Anzi, corre. Il Pil, a fine anno, dovrebbe aumentare del 6%, il deficit nel 2022 si dimezzerà rispetto al 2020 e perfino il debito pubblico tornerà a calare. Insomma, come ha ribadito Draghi, sta tornando la fiducia. La nota di aggiornamento del Def, il Documento di Economia e Finanza, il testo che delinea lo stato di salute del Paese, contiene pennellate di rosa. Tutto bene, allora? Per la verità i conti non tornano del tutto. Proprio ieri, è arrivata la conferma del maxi-aumento delle bollette di luce e gas. Una stangata per le famiglie. All'orizzonte, poi, continua a profilarsi l'ipotesi di una revisione degli estimi catastali, che potrebbe trasformarsi nell'ennesimo salasso per i proprietari di immobili. Da una parte insomma il Paese che corre, dall'altra cittadini e imprese che rischiano di dover stringere ancora la cinghia. La verità è che per rendere duratura la ripresa, occorrerebbe affrontare i nodi storici della nostra economia: dall'energia, che da noi costa in media il 30% in più rispetto ai competitors, al fisco, con la promessa di un taglio delle tasse sempre disattesa. Solo così le tabelle del Def potranno smettere di essere solo gelidi numeri e trasformarsi in qualcosa di concreto per cittadini e imprese.

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