Crescita forte, ma disordine politico

di Carlo Pelanda

La crescita nel terzo trimestre è molto forte, ma ci sono rischi che nel quarto si indebolisca. Quali? I timori di inflazione, di rialzo del costo del denaro per contenerla e i conseguenti timori per la sostenibilità dell'enorme debito cumulato potrebbero avere un effetto depressivo. La scarsità di alcune materie prime e componenti e rialzo dei loro prezzi, che già riducono l'attività in alcuni settori, potrebbe essere prolungata. Terzo, una reazione limitativa alle varianti del virus. Quarto, una ripresa troppo disomogenea che lasci in difficoltà troppi lavoratori. Quinto, il disordine politico che porti a scelte sbagliate o non-scelte. Ci sono altri rischi, per esempio il minor assorbimento di importazioni da parte della Cina, possibili dazi, contrazioni oltre il normale dei corsi azionari, etc. Svalutazione. È improbabile che le politiche monetarie stringano troppo, quindi il rischio è basso. Ciò rende meno pericolose eventuali forti oscillazioni delle Borse perché ci sarà sufficiente liquidità per posizioni rialziste. I vaccini funzionano. La diffusività della ripresa non è ottimale, ma migliore del previsto. Pertanto, il vero rischio è il disordine politico in Italia, Europa, America e mondo: troppi governi mostrano inadeguatezza complicata da eccessi ideologici che ostacolano le scelte giuste sul piano tecnico. E questa situazione non è modificabile velocemente. Di conseguenza la stabilità economica dipenderà dalla capacità mostrata dalle Banche centrali per sterilizzare il debito nell'Eurozona.

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