NO ALLA FLAT TAX

Difendere le imprese. Monito al governo

di Antonio Troise

Per parafrasare Ennio Flaiano, con le modifiche del caso, «la situazione è drammatica», ma è anche molto seria. Ce ne accorgiamo a ogni fine del mese, quando dobbiamo pagare le bollette di luce e gas che stanno facendo saltare i conti delle famiglie. Ed è sufficiente fare un giro nel Paese reale, fra le proteste di piazza dei cittadini che non riescono a far quadrare i conti e le imprese costrette a chiudere i battenti per mancanza di liquidità, per capire la gravità del momento. È vero che siamo in piena transizione politica, con il passaggio dal vecchio al nuovo esecutivo. Ma mai come in questo momento i tempi e i riti del Palazzo non si conciliano con quelli dell’economia. E, ancora meno, sono in sintonia le promesse elettorali che hanno accompagnato il voto degli italiani. Insomma, l’emergenza numero uno è quella dell’energia.

E bene ha fatto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, all'assemblea degli industriali di Varese a battere i pugni sul tavolo e mandare un messaggio esplicito alla maggioranza di centrodestra che si accinge a guidare il Paese: «È il momento della responsabilità e dell'unità». Non ci sono margini, insomma, per voli pindarici o sogni irrealizzabili, come la flat tax o i prepensionamenti della cosiddetta «quota 41», dove il numero sta per gli anni dei contributi versati per lasciare il lavoro. Nessuno può ignorare che sono i due «cavalli di battaglia» dei partiti che hanno vinto le elezioni. E, in democrazia, il voto è sacro. Ma chi è chiamato a governare deve abbandonare gli abiti del tribuno e fare i conti con la dura realtà delle nostre finanze pubbliche e con la necessità di dare risposte immediate a imprese e famiglie che rischiano la bancarotta. In gioco ci sono centinaia di migliaia di posti di lavoro. Che significano reddito, consumo e, tenuta sociale. Toccherà al nuovo governo trovare le risposte più adeguate all'emergenza, in attesa che anche l'Europa trovi la sua strada e ricomponga le divisioni che la dilaniano al suo interno. L'Italia non può permettersi, in questo momento, salti nel buio, con misure in deficit o senza adeguate coperture. Onorare il patto con gli elettori significa anche assumersi la responsabilità di scelte impopolari che, però, tengono conto degli interessi generali del Paese. Ed è forse questo il nocciolo del ragionamento del numero uno degli industriali. Oggi è necessario davvero concentrare tutte le risorse a disposizioni per combattere il caro bollette e rendersi al più presto indipendente dal gas che arriva da Mosca. Solo così potremo salvare il nostro apparato produttivo e dare un futuro all'economia. Poi, si potrà discutere anche di tutto il resto, dalla riforma fiscale a quella della previdenza. Ma cambiare l'ordine delle priorità, mettendo al primo posto le promesse elettorali, potrebbe rappresentare l'ennesimo passo falso della politica sul fronte davvero emergenziale della nostra economia. ;

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