SCENARI ECONOMICI

I mercati aspettano Giorgia al Varco

di Francesco Morosini

Il nuovo governo italiano, quasi certamente guidato da Giorgia Meloni, dovrà affrontare una virata restrittiva da parte delle banche centrali. La Federal Reserve Usa, la Banca centrale europea e altre consorelle, mandano chiari segnali di voler «tirare in remi in barca»: si vuole combattere l’inflazione e i suoi effetti distorsivi. Vista da Roma, però, è la prima sfida al nuovo esecutivo, poiché ne riduce gli spazi di manovra nella gestione del denaro pubblico. L’esecutivo Meloni accetterà (così pare) o sfiderà i vincoli di questo contesto monetario? Situazione ben chiarita da Jerome Powell, presidente della Fed, i cui discorsi esibiscono la volontà di piegare la corsa dei prezzi in Usa anche a costo di recessione. Inevitabilmente, le decisioni della Fed attraverseranno l’Atlantico e rafforzeranno ulteriormente gli analoghi intenti antinflattivi della Bce, tuttora più timida della consorella statunitense; ciò significa che il prossimo governo italiano finanziariamente troverà un campo minato. E una sfida politica, visto il consolidarsi nel mercato elettorale di una forte domanda di spesa pubblica. Temi cari a partiti d’opposizione radicale come, per il vero, è stato a lungo il partito Fratelli d’Italia. Il punto è che l’onere del governare cambia la lettura del mondo e può spingere a dover sacrificare molte aspettative sorte in campagna elettorale. La frenata monetaria (comunque necessaria per rimediare ad anni di politiche monetarie non-convenzionali azzardate, da «Casinò Capitalism»), se da un lato accomuna i due lati dell’Atlantico, dall’altra evidenzia, a danno dell’euroarea, che essi sono in condizioni economiche diverse: e questo rende la strada in salita alle leadership dell’Ue, quindi all’italiana. Difatti l’economia Usa, sebbene abbia avuto due trimestri di rallentamento, mostra un mercato del lavoro tonico e Biden, preoccupato per le elezioni di Midterm e accortosi che gli americani guardano cupi al carrello della spesa e al costo in dollari di un gallone di benzina, da corda alla stretta di Powell. Viceversa, nel Vecchio Continente, come appena detto al Parlamento europeo dalla presidente della Bce Christine Lagarde, l'inflazione è il «combinato di due shock senza precedenti: la pandemia e la crisi energetica». Conseguentemente, volendo la Bce combattere un’inflazione che nell’eurozona dipende più da shock esogeni (transizione energetica e guerra in Ucraina) che dalla politica monetaria, allora piegare questa richiederà più recessione. Se le «prospettive», come afferma al Parlamento europeo Lagarde, «sono fosche», figurarsi quelle di chi si accinge a governare. La prima prova per questi sarà la tentazione di fare deficit. L’appuntamento decisivo per capre come si muoverà il nuovo esecutivo sarà la prossima Legge di bilancio, già di per sé impegnativa dovendo rifinanziare, a legislazione invariata, per almeno 40 miliardi di euro decisioni già prese. Insomma, il governo in pectore cadrà o meno nella tentazione di fare scostamenti di bilancio? Politicamente, molto dipenderà dagli equilibri e dalle spinte competitive interne alla coalizione di governo che ora si appresta alla prova. Quanto ai mercati, attendono, salvo qualche ancora modesto movimento dello spread. Momento cruciale, per definire gli equilibri istituzionali con Quirinale e come messaggio agli stessi mercati, sarà la scelta del ministro dell’Economia e delle Finanze. Scelta importante se, com’è, le aspettative in economia, cioè in politica, contano. Il prossimo presidente del Consiglio dovrà navigare in mari internazionali turbolenti. Se sarà Giorgia Meloni, che nocchiero sarà?

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