Oltre ai 100 mila morti, anche il valore più alto di «povertà assoluta» che si registra in Italia dal 2005. Nelle sue stime preliminari l’Istat sta già rilevando, e rivelando, il lato più oscuro, ma non meno grave del Covid: il risvolto economico. Ai tre milioni di contagi e al numero di decessi inimmaginabile, bisogna aggiungere l’indigenza che nel terribile 2020 è aumentata per un milione di cittadini. Con un paradosso che lascia interdetti. Mentre il nostro Paese è ancora prigioniero del passato pandemico che non passa, nella Cina comunista, dove tutto cominciò nel più drammatico e censurato silenzio degli innocenti, si prospetta una crescita senza precedenti e senza paragoni. Un balzo della produzione industriale del 35,1% nel solo primo bimestre di quest’anno. Da una parte il mondo libero chiuso in casa a piangere i propri cari e rimpiangere un vaccino ancora da arrivare. Dall’altra lo Stato totalitario e sempre più tecnologico (di cui, però, ben poco si è potuto realmente accertare sulla malattia sorta nel 2019 a Wuhan), in piena ascesa economica in Asia e ovunque. Il danno e la beffa: il regista cinese, Ai Weiwei, ha dichiarato d’aver trovato solo nella piccola Svizzera, a Ginevra, la possibilità di proiettare un film su Wuhan e i diritti umani nel suo Paese, perché i principali festival cinematografici hanno preferito sorvolare per non indispettire le autorità di Pechino. Dunque, per non restare schiacciati dall’impari sfida economica del temuto colosso, e non solo per uscire dall’incubo, la vaccinazione resta la via maestra.