FUTURO INCERTO

Il lavoro assediato dalle emergenze

di Federico Guiglia

La Repubblica fondata sul lavoro festeggia il 1° Maggio più difficile della sua storia. Assediato prima dalla pandemia e poi dalla guerra, il lavoro in Italia ha bisogno di una scossa politica e di tanta lungimiranza istituzionale che lo sottraggano alla maggiore insidia del tempo: quella di passare da un’emergenza all’altra senza poter programmare, stabilizzare, avviare le tanto invocate, ma ancora disattese riforme strutturali. Le sole che consentano, a chi produce in condizioni così incerte e antieconomiche, di farlo con la ragionevole speranza che sta investendo sul domani, suo e della collettività, ben oltre i problemi per il caro bollette che incombe. Il governo prova a correre ai ripari con un altro e imminente decreto da 6 miliardi che riguarderà i prezzi di carburanti ed energia - fonte d’ogni guaio - e che, ha ricordato il ministro dell’Economia, Daniele Franco, porterà a 21 miliardi in 4 mesi l’intervento dell’esecutivo. L’obiettivo è evitare nuove recessioni, dando liquidità alle aziende e sostegno a quanti, imprese e famiglie, stanno già pagando il prezzo salato della guerra. Il punto non è solo quante risorse destinare, ma anche come e dove. Si riapre l’annoso dibattito su un deciso taglio al cuneo fiscale, richiesto da anni e da più parti. Lo rilancia Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia: è una delle questioni che presto la maggioranza di unità nazionale dovrà sciogliere. Chi sollecita l’abbattimento del cuneo, anche nel mondo produttivo, sottolinea il doppio beneficio che potrebbe introdurre: buste paga più pesanti e creazione di nuovi posti in tanti settori. L'occupazione, altra questione. Ben 4 delle 5 regioni dell'Ue con meno occupati si trovano nel nostro Mezzogiorno, denunciano i sindacati. Che ricordano la precarietà di giovani e adulti e la piaga, drammatica, dei morti sul lavoro. «Serve un intervento-choc per aiutare le famiglie», chiede a sua volta Enrico Letta, leader del Pd, al governo. Dunque, è un 1° Maggio diverso da tutti gli altri. Nessuno poteva prevedere la frenata dell'economia e l'aumento dei prezzi quali effetti perversi di una guerra sciagurata. E dopo che il Pil italiano aveva registrato un forte rimbalzo nel 2021 in seguito all'altra guerra scatenata dal Covid. Ma in fondo quel rimbalzo è già la risposta che oggi tutti cercano per le difficoltà sul lavoro: risalire si può. www.federicoguiglia.com

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