FERRAGOSTO

Il momento di capire quali sono i traguardi

di Matteo Bussola

Il Ferragosto è, fin dalla sua origine, la festività del riposo. L'etimologia del termine «Ferragosto» deriva infatti dall’antica locuzione latina Feriae Augusti, festività che si celebrava il primo agosto nella Roma imperiale. La festa, che significa «il riposo di Augusto», da allora dà il nome anche al mese. La Festività come la conosciamo oggi venne istituita invece molto più tardi, quando la Chiesa cattolica decise di farla coincidere con la data dell’Assunzione di Maria: il 15 agosto. L’Assunzione, nel pensiero cattolico, è il momento in cui Maria viene di fatto accolta in cielo, però non si tratta solo di un’ascensione spirituale, ma anche corporea, è un’anticipazione della risurrezione della carne, il mistero che per tutti gli uomini arriverà soltanto alla fine dei tempi. Maria passa oltre e risorge, si svela nella sua divinità, ufficializza il suo ruolo e la sua importanza. La sua unicità. Anche senza essere cattolici o credenti, insomma, il Ferragosto come giornata contiene comunque nel suo cuore, nella sua stessa definizione, un elemento di passaggio, di rinascita, di nuova vita. Un momento dunque anche per riflettere, per fare il punto, per chiederci chi siamo e, forse, chi vorremo essere. Agosto stesso, in fondo, è precisamente il mese che precede settembre, ciò che di fatto rappresenta il vero inizio dell’anno, quando il mondo lavorativo, scolastico, produttivo ricominciano a marciare. Agosto è dunque il mese dei buoni propositi, delle promesse, delle crescite. Settembre è invece il tempo che ritorna all’improvviso mentre lo spazio attorno sembra restringersi, la sottile ansia del confronto, la volontà di rimettersi alla prova. E poi gli abbracci sugli ingressi delle scuole, davanti alle scalinate, gli amici ritrovati e i genitori ad attendere i figli sull’auto, mentre li guardano salire quelle scale sapendo che ogni gradino li farà diventare un po’ meno genitori e un po’ più vecchi. Ma anche il primo giorno d’asilo, con porte che si richiudono alle spalle di padri che scoprono improvvisamente cos’è un senso di colpa, quando per andare a lavorare bisogna lasciare un figlio piccolo in braccia altrui. Con enorme sollievo delle madri che, invece, lo sanno da sempre e sentono di avere finalmente qualcosa da condividere. Settembre sta a metà tra gli esordi e i bilanci. È la fine, e l’inizio. È una bicicletta gialla sporca d’estate con cui affronti un’inattesa pioggia sottile che lava via la tua infanzia per sempre. Ma è ad agosto il seme, la nascita del nuovo desiderio di noi, l’immaginazione che corre libera e precede i nuovi progetti. E proprio oggi, proprio in questo giorno, che di agosto è il cuore, magari ricordiamoci di riservarne una piccola parte, anche solo una mezz’ora, anche pochi minuti, solamente per noi stessi. Per guardare negli occhi chi siamo e le persone che amiamo. Per fare il punto sulle nostre lotte o sui mostri con i quali ci toccherà scendere presto a patti. Per sognarci vecchi e nuovi insieme, per dirci che il riposo agostano può essere anche un cambio di prospettiva sulle cose, basta solo dargliene la possibilità. Le prospettive ci insegnano a tracciare orizzonti e a capire che ogni cosa cambia a seconda di come scegli di guardarla, e che a volte i futuri più improbabili possono essere il risultato di una rincorsa che hai cominciato a prendere quando nemmeno lo sapevi. Questo auguro a tutti: che Ferragosto possa essere l’inizio di una nuova rincorsa verso i propri desideri, la messa a fuoco dell’obiettivo, il salto verso l’agognata felicità. Non dimenticando mai, comunque, come diceva Oscar Wilde, che «la felicità non è tanto avere ciò che si desidera, ma desiderare ciò che si ha». 

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