Il triste spettacolo che ci dà il Palazzo

Nello scontro sulle riforme costituzionali, le prese di posizione politiche stanno prevalendo sui contenuti. Tuttavia, trattandosi di un vasto disegno di revisione della Carta Fondamentale del 1947, sarebbe bene lasciare per un momento in secondo piano lo scontro fra i partiti per soffermarsi sugli effetti che il nuovo quadro costituzionale potrebbe avere sulle istituzioni e, di conseguenza, sui cittadini. Partiamo da due punti che quasi nessuno contesta: il primo è il fatto che Camera e Senato debbano avere funzioni diverse; il secondo, che il Titolo V sul rapporto Stato-regioni vada rivisto in modo da evitare tutte le sovrapposizioni e i conflitti che in quasi quindici anni hanno visto centro e periferia trovarsi a duellare per «questioni di confine» fra i poteri dell'uno e delle altre. Che i componenti di Palazzo Madama vadano eletti in gran parte direttamente dai cittadini, o con i «listini» o dai consigli regionali, è questione che la politica risolverà nei prossimi giorni. Sta di fatto, però, che la riforma ha lo scopo di semplificare e rendere più rapido il processo legislativo: l'assemblea di Montecitorio avrà tutti i compiti «politici» (compresa la fiducia al governo), mentre il Senato ne avrà altri, ma il percorso di una legge sarà breve. Lo stesso ricorso ai decreti sarà limitato ma diverrà molto meno necessario rispetto ad ora, perché avremo tempi più veloci di approvazione dei disegni di legge del governo. Certo, non è detto che alla velocità nella produzione legislativa corrisponda automaticamente la qualità, ma di sicuro la Camera dei deputati, il governo, le forze politiche dovranno abituarsi - nel nuovo sistema - a non lasciar passare testi poco curati e inefficaci, perché non si potrà «aggiustare tutto in Senato» come si fa ora. Il legislatore avrà dunque l'arma della velocità e la responsabilità di dover far bene. In quanto al riordino del rapporto Stato-regioni, c'è molto da mettere a punto, soprattutto per quanto riguarda i poteri di queste ultime, ma la delimitazione dei diversi settori d'intervento dovrebbe permettere a centro e periferia di non trovarsi intrappolati in dispute di competenza. Di questi due aspetti, ovviamente, sentiremo parlare poco nei prossimi giorni, durante i quali governo, minoranza Pd e opposizioni si daranno battaglia su un piano diverso, quello politico: un triste spettacolo, ben lontano dallo spirito costituente che servirebbe in queste circostanze.

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