NUOVI OBIETTIVI

Il voto in Europa e i muri da superare

di Davide Rossi

La politica non sembra proprio voler prendere un momento di respiro: se le elezioni amministrative di domani non forniranno particolari elementi di confronto, con poche sorprese in agguato, ben diverso appare il ballottaggio in Turchia, dove lo strapotere di Erdogan è stato messo in discussione e la comunità internazionale ha dovuto prendere atto dell’esistenza di una democrazia, magari strutturata con sensibilità differenti da quelle occidentali, ma comunque presenti. In Spagna, invece, sono previste tutte le votazioni amministrative comunali e regionali (si svolgono simultaneamente, con la sola eccezione dei baschi e dei catalani), e forniranno importanti indicazioni sui flussi elettorali in vista delle elezioni nazionali del prossimo dicembre e del semestre di presidenza europea che inizierà tra qualche giorno. Anche la Grecia si appresta a vivere un mese di fervide fibrillazioni: il partito conservatore di Mitsotakis è uscito vincente dalle urne della scorsa settimana, ma ha deciso di non accontentarsi e di sfruttare la nuova legge elettorale, il cui meccanismo gli permetterebbe di stravincere e godere della maggioranza assoluta dei seggi per la prossima legislatura. E infatti con molta probabilità già tra un mese - il 25 giugno - i greci torneranno a votare. In questi giorni, quindi, sono state rese note le date delle consultazioni europee, da svolgersi tra il 6 e il 9 giugno del prossimo anno: sarà un appuntamento nodale per il governo italiano a guida Meloni, in quanto la premier dovrà scegliere.
Dovrà scegliere se rimanese tra i conservatori - del cui gruppo è attualmente presidente - oppure promuovere una transizione pragmatica verso i popolari, per una nuova alleanza che cambierebbe radicalmente gli scenari dell’Unione Europea. Ben differente sfida, piuttosto, attende la cultura, vero e proprio veicolo per costituire una comunità; paradossalmente più della rappresentanza, è proprio la cultura la linfa su cui cementificare il passaggio generazionale, il solido conduttore su cui poggiare una civiltà e con cui trasmettere i saperi. Da mesi è iniziata l’avventura di Bergamo e Brescia quale Capitale italiana della cultura, due nevralgici centri dell’imprenditoria del Nord messi a dura prova dalla pandemia. Tra due anni - che sembrano tanti, ma per i tempi delle istituzioni non sono nulla - si inaugurerà la prima esperienza di una Capitale della cultura europea condivisa tra due Nazioni: Nova Gorica e Gorizia, separate per decenni da un reticolato concettualmente simile al muro di Berlino, ora diventeranno fulcro di incontro tra Slovenia e Italia, avendo come primario obiettivo quello di promuovere progetti e attività di valorizzazione del patrimonio culturale dell’Alto Adriatico, attraverso una forma di confronto tra diverse realtà territoriali, che nei secoli hanno condiviso esperienze come la Serenissima, l’Impero austro-ungarico e il Regno d’Italia. Il ricorso ad una promozione strutturata attorno all’idea di una «Capitale europea della cultura» è stato creato nel lontano 1985 e ha subito un forte restyling normativo nel 2000, con l’intento di designare volta per volta un centro che sapesse avvicinare i cittadini delle varie nazioni europee, attraendo numerosi visitatori grazie ad iniziative di pregio. L’occasione del 2025 vedrà coinvolte due città gemelle, con l’intento di superare i nazionalismi e le ideologie del Novecento, per guardare ad una comunità europea che sappia scoprire e valorizzare le proprie radici, trasformando l’esperienza culturale in un arricchimento personale quanto collettivo. Parafrasando le parole del presidente Mattarella, che tanto tiene a quest’opportunità, «la cultura è anche coraggio di superare presunti antagonismi, di scavalcare muri, di uscire dagli schemi». La speranza è che questa occasione sappia uscire dalle maglie locali per aprirsi a tutto il Nord-Nordest, magari diventandone il viatico e collegandosi all’altra grande opportunità di questo nostro territorio, i giochi olimpici invernali di Cortina-Milano.

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