ITALIA IN BILICO

L'agonia dei 5 stelle minaccia il governo

di Antonio Troise

Se non fosse per i tempi oggettivamente drammatici, che tutti viviamo causa la guerra in Ucraina, verrebbe quasi da parafrasare Flaiano: «La situazione politica in Italia è grave, ma non è seria». È successo tutto nell’assolato pomeriggio romano, quando si chiude la votazione per la presidenza della Commissione Esteri del Senato. La poltrona va a Stefania Craxi, di Forza Italia. Non passa, invece, il candidato di Conte, Ettore Licheri, che avrebbe dovuto sostituire il filo-russo Vito Petrocelli, da ieri ufficialmente fuori dal Movimento. Nel segreto dell’urna non solo si sfalda l’asse Letta-Conte, che aveva mostrato sinistri scricchiolii dopo il bis di Mattarella. Ma esplode con tutta la sua violenza lo scontro, interno ai 5stelle, fra l’ex premier e l’attuale ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che fino all’ultimo ha sostenuto Simona Nocerina, considerata più vicina alla linea filo-atlantista del governo. Dopo la débâcle, Conte riunisce il Consiglio nazionale del partito per chiosare una nota al vetriolo contro gli «alleati» e per annunciare, senza mezzi termini, che la maggioranza di governo non esiste più. In altri periodi e stagioni, una dichiarazione come questa da parte del primo partito in Parlamento avrebbe portato diritto alla crisi di governo. Oggi invece è per lo meno improbabile. Con la guerra alle porte dell’Europa, l’emergenza Covid non ancora superata, l’inflazione e il caro-bollette che bruciano i nostri risparmi, le riforme da attuare per avere i fondi del Pnrr, una crisi di governo al buio sarebbe una follia. Senza considerare, poi, il danno di reputazione per un Paese che, con Draghi, è esposto ogni giorno sullo scacchiere internazionale. Ieri l'ex banchiere centrale ha visto la premier finlandese, Marin, per il sì italiano all'ingresso del Paese nordico nella Nato. C'è un'altra considerazione. Il prossimo Parlamento avrà poco più della metà degli attuali scranni. E, secondo le stime, ben 8 esponenti 5s su 10 resteranno a casa. Davvero voteranno ora per il loro "suicidio" politico? Prossima scadenza da cerchiare in rosso è il dibattito in aula sul "riarmo in Ucraina". Conte spinge per un voto che potrebbe dare aprire la crisi. Letta ha già dichiarato contrarietà. Così come Forza Italia e Renzi. Bisognerà vedere se Salvini seguirà l'ex alleato del governo giallo-verde su questa strada. In ogni caso, l'ennesima fibrillazione politica nello stato di emergenza perenne che attraversa il nostro Paese. Probabilmente l'esatto contrario di quello che chiede il Paese reale.

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