CONSEGUENZE

L'anello che salda l'asse della Tav

di Marino Smiderle

Giacomo Possamai ha vinto due volte. In entrambe le circostanze andando contro vento e sfidando ogni pronostico. La prima, dal punto di vista amministrativo, perché ha battuto un sindaco uscente, impresa mai semplice. La seconda, dal punto di vista politico, perché Vicenza è l’unica città, su sette, da cui il centrosinistra è uscito vincitore al ballottaggio. Al nuovo sindaco di Vicenza interessa quasi esclusivamente la prima motivazione: la sua idea di città, di squadra, di progetto è passata, proprio come successo a Brescia con Laura Castelletti. I vicentini lo hanno votato per questo. E la sua vittoria di misura, 500 voti di differenza rispetto a un Francesco Rucco (centrodestra) capace di ridurre lo svantaggio accumulato nel primo turno, non attenua la richiesta di cambiamento arrivata da una città che si è mossa in netta controtendenza rispetto al quadro politico nazionale. Con l’affermazione di Possamai a Vicenza il centrosinistra riesce a perfezionare quello che potremmo definire l’asse della Tav. Già, proprio quell’alta velocità ferroviaria che ha monopolizzato il dibattito elettorale di questi mesi, toccando toni polemici a volte eccessivi, diventa adesso una sorta di cuneo geografico-politico-amministrativo che parte da Milano, passa per Bergamo e Brescia, attraversando poi il Veneto da Verona a Padova passando, appunto, per Vicenza: i sindaci di queste sette «stazioni» vestono tutti la divisa del centrosinistra e del civismo. Una divisa diversa da quella che indossano le squadre politiche nazionali e regionali incaricate di seguire questa grande opera, oltre che tutte le questioni più importanti. Non a caso lo stesso Possamai, fino ai ieri capogruppo Pd in Regione Veneto e primo oppositore del governatore leghista Luca Zaia, ha subito parlato di collaborazione tra sindaci e Regione «perché il ruolo istituzionale lo richiede». E non a caso il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, visto spesso a Vicenza, si è sì complimentato per il grande recupero di Rucco, ma ha tenuto a far sapere che resterà a disposizione della città e che è pronto a collaborare con la nuova giunta. In questa dorsale cruciale del Paese, quella che attraversa il cuore industriale di Lombardia e Veneto, si giocheranno partite importanti nei prossimi anni. Per ora Giacomo Possamai, che l’anno scorso rifiutò un comodo «passaggio» a Roma, dovrà rimanere concentrato sulla cambiale di fiducia che gli hanno firmato i vicentini. Una cambiale che racchiude un concetto mutuato da Winston Churchill: «Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare».

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