LA RIPARTENZA

L'Europa rischia di restare indietro

di Carlo Pelanda

L'America e l'Europa stanno per diventare un enorme cantiere di innovazioni e ristrutturazioni materiali e sociali stimolate da spesa pubblica in deficit in quantità mai viste. Nell'Ue si è chiuso il processo di approvazione dei fondi straordinari che mescolano interventi di sostegno per riparare i danni del Covid e, soprattutto, piani di modernizzazione: fino al 2026 vi sarà disponibilità di circa 750 miliardi più i fondi nazionali, con volume degli investimenti totali Ue di oltre mille miliardi di euro. In America sta per essere stanziata la cifra iperbolica di 6mila miliardi di dollari per la gran parte destinati a modernizzazioni infrastrutturali e nuove tecnologie. Al riguardo va detto che tale investimento è in buona parte spinto dalla scelta dell'Amministrazione Biden di competere con la Cina non solo bloccando l'espansione di un regime autoritario, come ha tentato Trump, ma conquistando una «superiorità di sistema» sia tecnico sia sociale, che anche include il primato nella conquista dello spazio. In sintesi, la pandemia è diventata una scusa per ottenere nelle democrazie il consenso a spendere una quantità enorme di soldi per modernizzazioni competitive. In questo «cambio di mondo» però l'America investirà almeno tre volte di più dell'Ue e ciò dovrebbe far riflettere sulla competitività dell'Ue stessa, e delle nazioni che ne fanno parte, tra 10 anni: per non restare dietro Usa e Cina, l'Ue dovrebbe mobilitare più spesa d'investimento e i singoli Stati prepararsi ad una nuova rivoluzione tecnologica.

Suggerimenti