L’EDITORIALE

L'Italia riparte se incentiva le imprese

di Carlo Pelanda

Le vaccinazioni corrono e il rimbalzo dell'economia è superiore al previsto. Infatti sono in atto revisioni al rialzo delle stime del Pil 2021: verso una crescita tra il 4 e il 5%. Visti questi dati è realistico chiedersi se la crescita potrebbe essere maggiore. Una simulazione di chi scrive sostiene che se le riaperture dei settori più danneggiati dai blocchi anti pandemia fossero accelerate, allora il rimbalzo del Pil 2021 potrebbe arrivare al 7%, con un'importante riduzione di disoccupazione e fabbisogno di assistenza. Inoltre, il sistema economico entrerebbe in forte crescita nel 2022 e ciò permette di prevedere la compensazione della perdita di Pil nel 2020, circa il 9%, entro il primo trimestre 2021. Pertanto la priorità del legislatore dovrebbe essere: accelerare le riaperture limitando le restrizioni in combinazione con norme che facilitino la ricapitalizzazione delle aziende, addolcimenti fiscali e incentivi per l'assunzione dei giovani, ecc. Il governo sta studiando le norme incentivanti, ma sta tardando le riaperture per un eccesso di precauzioni. Dovrebbe considerare che il vero rischio sistemico è che il rimbalzo dell'economia italiana sia troppo poco nel 2022 in combinazione con un debito troppo alto quando si realizzerà sia un aumento dell'inflazione sia il termine della posizione espansiva di Ue e Bce. Per tale motivo bisogna accelerare al massimo la crescita e non contare troppo sull'effetto dei fondi europei, certamente utili per la modernizzazione futura, ma poco determinanti per la crescita del 2021-22: sarà determinante, invece, il pieno rimbalzo del mercato privato.

Suggerimenti