Perché schierarsi

La goccia che ha fatto traboccare il vaso

di Alberto Bollis

L'enorme blocco di ghiaccio, misto fango e rocce, venuto giù dalla Marmolada, assieme a 11 vite ignare e innocenti, ha rappresentato per buona parte della pubblica opinione italiana la goccia che ha fatto traboccare il vaso della consapevolezza di una catastrofe climatica imminente. Il riscaldamento globale, i fenomeni estremi, la siccità che brucia campi e colture sotto un sole implacabile erano già sotto i nostri occhi. Ma la tragedia dolomitica ha spazzato ogni velo d'incertezza anche tra i più scettici e i più distratti.

Per chi invece aveva già piena coscienza della gravità della situazione, forse giunta al punto di non ritorno, l'eclatante disastro in quota è stata in alcuni casi la molla che ha fatto scattare la volontà di reagire, di partecipare al disperato tentativo di salvare il salvabile, di invertire o almeno frenare la corsa dell'umanità verso il precipizio.

Singolarmente siamo piccoli, insignificanti davanti al destino della Terra. Ma questo non è un buon motivo per arrendersi e continuare mestamente a suonare e ballare sul ponte del Titanic che affonda.

Abbiamo tutti il dovere di fare qualcosa. Dobbiamo dare tutti il nostro pur minuscolo contributo. Non sarebbe inutile: anche l'universo sconfinato è la semplice somma di un'infinità di particelle atomiche. Certo, c'è atomo e atomo. Alcuni sanno più di altri catalizzare, attrarre, smuovere masse, diventarne guida. Diego Abatantuono è uno di questi atomi. Ha notorietà, visibilità, carisma, credibilità sufficienti per farsi ascoltare.

Non è un tecnico, ovvio, e non ha pretese scientifiche. Ma dopo la Marmolada ha deciso di dire «basta», di alzarsi dalla sua comoda poltroncina in una platea che assiste passiva al patatrac ambientale e di salire sul palco. Lo fa attraverso Bresciaoggi, per rivolgersi a una comunità che conosce e sente vicina, che ha accolto una parte importante della sua famiglia. Una comunità che l'uomo di spettacolo vuole smuovere, ben sapendo quanta forza d'urto e capacità di traino possa esprimere una delle province dove si concentra parte importante della potenza produttiva italiana. La sua è una chiamata alle armi a cui gli elementi guida della società bresciana dovrebbero prestare massima attenzione, valutando concrete modalità di adesione: agendo assieme si può fare molto, qui è già stato dimostrato in un recentissimo passato, sapete tutti a cosa ci riferiamo.

L'habitat ideale per rispondere con i fatti all'appello di Abatantuono è a disposizione: è quello impregnato del concetto di sostenibilità, a cui si rivolgono da anni, e progressivamente sempre più numerosi, tutti i settori che compongono il puzzle del panorama sociale ed economico: l'industria, l'agricoltura, la pubblica amministrazione, il mondo dell'artigianato e quello dei servizi, fino alla cultura e allo sport. Nessuno escluso.

Abbiamo titolo a parlarne (qui a scriverne) noi di Bresciaoggi, più estesamente noi del Gruppo editoriale Athesis, che da un biennio ormai stiamo pigiando forte sull'acceleratore della sostenibilità con i mezzi a nostra disposizione, ovvero mobilitando tutti i nostri canali d'informazione (giornali, siti web, tv e radio), organizzando eventi e occasioni di stimolo mirate. L'esempio, che ritorna oggi e che rivedrete anche in futuro, è l'Agenda Brescia della sostenibilità: sfogliando questo giornale o visitando il nostro sito, troverete l'ennesima tappa del cammino, intrapreso nel 2021 con traguardo al 2030; troverete cioè il report sullo stato di avanzamento di uno dei progetti di sostenibilità lanciati a inizio 2021. Ne seguiranno, di tappe targate Athesis, molte altre nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, nei prossimi anni.

Anche per questo siamo felici e orgogliosi che Abatantuono abbia deciso di dare il suo poderoso scrollone affacciandosi alle nostre finestre: lo appoggiamo incondizionatamente. Il suo sforzo è il nostro. Anche perché una motivata sensazione d'ottimismo ci suggerisce che, da questa complessa partita, Brescia può uscirne vincente.

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