Pro e contro

La svolta dell’euro digitale

di Francesco Morosini

Fabio Panetta, appena insediatosi nella carica di governatore di Bankitalia, firmò nel 2020 assieme all’attuale presidente della Bce, Christine Lagarde, il rapporto dell’Eurotower sull’euro digitale. È una pietra miliare: aprì al possibile (probabile) lancio della variante europea di moneta digitale emessa da Autorità monetaria (Cbdc nell’acronimo inglese). La fase istruttoria di questa svolta si è tenuta dall’ottobre 2021 all’ottobre 2023. Il primo novembre è iniziata quella di studio progettuale. Dovrà chiarire infrastruttura tecnica, regole d’uso (norme), quindi il modello dell’euro digitale. Ispirandosi l’Unione europea alla liberal-democrazia, il via libera definitivo spetterà alla fine al potere legislativo europeo. La fase attuativa sarà poi di stretta competenza della Bce. I fattori che spingono le Banche centrali a creare moneta digitale pubblica sono vari. Il primo è che la digitalizzazione dell’economia abbatte il ricorso alle banconote nei pagamenti, pure a causa della crescita degli acquisti online. Questo porta al secondo motivo: il timore delle Autorità monetarie europee che l’evoluzione dell’ambiente tecnologico/finanziario nel tempo possa minare l’efficacia della politica monetaria. Il punto delicato è che a oggi i sistemi dei pagamenti - dove è sempre più il tempo di Bancomat, carte di credito e, in prospettiva, di criptovalute - reggono su di un equilibrio tra Banche centrali e intermediazione bancaria. L'euro digitale punta ad evitare che l'innovazione finanziaria lo rompa a danno della stabilità finanziaria. Finora i pagamenti (anche con la Pubblica amministrazione) possono essere fatti dal pubblico sia con banconote (oggi limitatamente) che con i depositi di cui dispone presso le banche commerciali (Bancomat e carte da qui attingono). In questo caso le transazioni si svolgono con moneta privata - i depositi appunto - accettati perché garantiti nel valore dall'essere in rapporto 1/1 con la moneta pubblica. Così le banconote restano premessa necessaria allo scambio (la sicurezza di averle in ultima istanza), ma vengono marginalizzate nell'uso in quanto meno pratiche. Analogamente sarà con le criptovalute, però più a rischio perché fuori dal raggio dell'Eurosistema, in quanto emesse - invece che da banche - da colossi dell'industria dei servizi. Loro utopia sarebbe ricordare i «monetieri medievali», fabbricanti di monete senza chiedere alle Autorità. Due i rischi: che gli strumenti di pagamento (specie le cripto) oscillino nel valore (incertezza sul potere d'acquisto della «carte» in tasca); l'eutanasia delle Banche centrali, chiuse nella ridotta del cartaceo. Per questo la Bce (protagonista, Panetta finché era in sella a Francoforte) pensa alla valuta digitale europea per garantire la sovranità monetaria all'Eurozona. Insomma, a un euro digitale che, in analogia con il tradizionale contante, operi per stabilizzare il sistema dei pagamenti nel nuovo ecosistema monetario. Possibile lato negativo di ciò è che conti in euro digitali a zero rischio direttamente tenuti dal pubblico in Bce potrebbero indurre a disintermediare le banche per il porto sicuro di Eurotower. Sarebbe un male perché si destabilizzerebbero le banche, imponendo loro strette creditizie. Per evitarlo l'Autorità monetaria europea per la distribuzione dell'euro digitale punta a consentire alle banche commerciali (nonché altri fornitori di servizi di pagamento) di esserne parte. Un quesito interessante e richiamato dal professor Piero Barucci è se l'Eurosistema disponga della base legale per emettere l'euro digitale. Sarebbe assurdo che la Bce potesse emettere moneta digitale priva però di corso legale. Infatti, perderebbe il suo ruolo stabilizzatore per fare al massimo concorrenza alla moneta privata. Cavillando con i Trattati sarebbe possibile. Solo un'ipotesi teorica che però ricorda come la nascita dell'euro digitale a corso legale richieda un preciso atto legislativo. Utile anche per armonizzare la normativa sui pagamenti dell'Euroarea. L'euro digitale ha appena iniziato il suo lungo viaggio.

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