ECONOMIA ITALIANA

Nonostante tutto l'industria cresce

di Franco A. Grassini

Fare previsioni in qualsiasi ambito, ma in economia in particolare, richiede sempre una certa dote di ottimismo e di fortuna, perché la storia ci ha insegnato che di rado il futuro risponde coerentemente agli indicatori e ai parametri, soprattutto in periodi di notevole inflazione. In Italia, come ben sanno i consumatori, c’è stato un consistente e pericoloso aumento dei prezzi, +10,1% a gennaio dell’anno corrente, un po’ in calo rispetto all’11% dell’ottobre di quello passato. Preoccupano ancora gli energetici, cresciuti del 43%, anche se in calo rispetto al 72% precedente e con una forte tendenza al ribasso, soprattutto per il gas. Ciò nonostante, le previsioni preparate qualche giorno fa e rese note sabato dal Centro Studi Confindustria sull’andamento e sul prossimo futuro dell’economia italiana paiono attendibili. E questo nonostante siano sostanzialmente improntate a una visione piuttosto rosea. Migliora il settore dell’industria manifatturiera, dove le imprese di media dimensione hanno un ruolo fondamentale. Stenta, invece, il settore delle costruzioni. La produzione del primo è cresciuta (+ 1,6% a dicembre, dopo tre mesi negativi). Il secondo, invece, produce circa la metà di quello che faceva in precedenza, principalmente a causa degli aumenti verificatisi nei tassi d’interesse, rialzati dalle banche ordinarie di tutte le dimensioni. Non a caso la Bce aveva aumentato i tassi al 3% a gennaio e annunciato ulteriori modesti incrementi. Erano mediamente appena all’1,18% a fine 2021. La quota di imprese industriali che ottenevano nuovo credito alle stesse condizioni di quello già ottenuto è passata dal 7,3% al 3,9%. Segnali positivi vengono da consumi e investimenti. Le famiglie cercano, nei limiti del possibile, di mantenere il livello di spesa e le aziende si adeguano ai mutamenti non piccoli nelle abitudini dei loro clienti. Altro fatto di rilievo è che l’occupazione, anche se non molto, sta migliorando: 37 mila nuovi posti di lavoro. Purtroppo è frequente che le imprese non trovino le capacità di cui hanno bisogno. Anche le esportazioni stanno seguendo un trend molto positivo. Bene è che ad andare meglio siano prodotti tecnologicamente avanzati, come i farmaceutici. Nel complesso per la maggior parte degli esperti il Prodotto interno lordo probabilmente non aumenterà di molto (è facile resti sotto l’1% di incremento) ma crescerà, evitando al Paese una fase recessiva. Vuol dire che l’Italia, con tutti i suoi limiti e debolezze, sa andare avanti in un mondo ogni giorno più difficile e complesso. Dobbiamo ancora migliorarci. È faticoso, ma ne vale la pena.

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