COSTITUZIONE

Primi passi di una riforma possibile

di Davide Rossi

Ci hanno provato un po’ tutti negli ultimi 40 anni, da De Mita a D’Alema, Berlusconi quanto Renzi. Neppure Giorgia Meloni poteva rimanere insensibile al fascino recondito di collegare il suo nome a un progetto costituente. Se il delicato tema dell’autonomia pare incanalato in un percorso – non semplice e che di certo avrà ricadute su molti aspetti istituzionali –, il governo ha ora incontrato le minoranze per aprire un dialogo su eventuali cambiamenti relativi alla forma di governo. È indubbio come la partita delle riforme sia un campo minato quanto basilare per la maggioranza, che non può permettersi di scontentare il proprio elettorato cui ha più volte promesso un ammodernamento in termini presidenziali. È altrettanto indubbio come questo progetto debba essere accompagnato da un più esteso e razionale piano di modifiche costituzionali. Un piano di cui il Paese ha necessità, se vuole uscire da un pantano burocratico che è quotidianamente sotto gli occhi di tutti. Gli italiani hanno più volte e in più modi dimostrato come nutrano un profondo affetto nei confronti dell’attuale Costituzione. Da troppo tempo, altresì, si gioca su un fraintendimento, tra gli intoccabili principi fondamentali declinati nella prima parte del testo e la seconda dedicata all’organizzazione e alla disciplina dei poteri. Un affetto più mitologico che reale, se dovessimo realisticamente controllare quanti ne conoscano d avvero il contenuto, ma che l’hanno correttamente resa il riferimento valoriale e programmatico del nostro Paese. A nessuno, d’altro canto, sfugge quanto elefantiaco sia oggi il bicameralismo perfetto, come l’esecutivo abbia ormai una produzione normativa ben superiore a quella del Parlamento, come l’Ue incida negli equilibri interni. Appare innegabile come sia necessaria una fase di restyling con cui corrispondere alle esigenze di un sistema che vive un enorme iato tra forma e sostanza, tra ciò che è scritto e ciò che si è nel tempo concretizzato. Le opposizioni – senza il cui supporto la storia insegna che ogni ipotesi di riforma è pressoché impossibile da realizzarsi – hanno declinato le loro posizioni, sia in merito alla procedura da adottare, come timidamente nel contenuto. È stato un incontro interlocutorio. E non poteva essere altrimenti. È evidente che il pallino è in mano all’esecutivo, che prima di tutto deve trovare la quadra all’interno della propria maggioranza: la Lega ha insistito sul ruolo centrale del Parlamento, differenziandosi dalle simpatie presidenzialiste di Fratelli d’Italia, mentre sul tavolo sono stati proposti i modelli francesi quanto tedeschi. Italia Viva ha evocato il «sindaco d’Italia», schema che ciclicamente rispunta e che presuppone una riforma anche della legge elettorale, tema non prettamente costituzionale ma di certo a esso legato. Qualsiasi scelta, inoltre, porterà con sé l’indispensabile condizione di una sequenza di modifiche correlate, dalla questione giustizia con la rimodulazione del Consiglio Superiore della Magistratura o la designazione dei giudici della Corte Costituzionale, all’indirizzo delle Forze Armate, tanto per citare alcuni esempi di correttivi consequenziali. Accanto al contenuto sarà prioritariamente fondamentale accordarsi sulle modalità con cui produrre queste modifiche, se affidarsi a una Bicamerale, a degli esperti coordinati dal ministero competente, oppure – ma appare altamente improbabile – attraverso il procedimento di revisione preconizzato dall’articolo 138, che prevede maggioranze qualificate, più votazioni ed un eventuale referendum popolare. Il tentativo dovrà essere quello di individuare modalità di intervento in grado di rispondere a una società diversa da quella di 75 anni or sono: se le esigenze della collettività sono diventate più complesse, è altrettanto necessario immaginare uno schema istituzionale più razionale e armonico, che sappia prendere decisioni e rispettare le pluralità, con cui soprattutto ridurre il grado di insofferenza nei confronti della politica che serpeggia nell’opinione pubblica.

Suggerimenti