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Questa volta non ci si può aggrappare al fatalismo dell'errore meccanico o di quello umano; né si può andare a cercare tra le pieghe della deregulation le ragioni della tragedia che si è consumata su quella montagna francese dove i corpi di centocinquanta persone sono stati sparpagliati per un raggio di due ettari.
Quando c'è di mezzo la follia umana, argomento sul quale si sono interrogati i più grandi filosofi della storia, a cominciare da Erasmo da Rotterdam, è difficile trovare una ragione, una spiegazione, un perché. Né servirà probabilmente indagare sul passato di Andreas Lubitz il 28enne copilota che dopo aver chiuso fuori dalla cabina il suo comandante ha deciso di distruggere se stesso, l'aereo e i passeggeri che erano a bordo. Si dirà, e si dice infatti, che era soggetto a stati depressivi ma che aveva superato tutti i test cui era stato sottoposto prima di essere assunto dalla compagnia low cost della Luffthansa. Tutte informazioni che finiranno nel dossier sull'inchiesta ma che non spiegano nulla per la semplice ragione che la follia non si può spiegare. Lo stesso procuratore di Marsiglia cui è stata affidata l'indagine, ieri mattina in una drammatica quanto esaustiva conferenza stampa, non ha voluto parlare di suicidio: e non perché non si tratti di questo, ma per una sorta di pudore e di stupore rispetto ad una vicenda che va oltre la comprensione umana.
La follia può avere vari gradi di espressione: quella del terrorista che si fa esplodere per dare la morte a se stesso e agli altri, quella di chi dirotta due aerei per farli schiantare contro le torri di una città; follia incomprensibile ma spiegabile con il delirio del fanatismo. Una follia che spaventa ma mai quanto quella dell'uomo qualunque, o se si preferisce, normale che trasmette il suo dolore e la sua angoscia a chi gli sta vicino facendolo partecipe e vittima della sua stessa decisione.
Ora come sempre accade in questi casi, e fortunatamente nella storia dell'aviazione civile, non sono molti, si invocano nuove e altre misure di sicurezza. Alitalia e altre compagnie aeree hanno già deciso che verrà reintrodotta la disposizione per cui nella cabina di pilotaggio ci dovranno sempre essere due persone. Lodevole certamente utile ma contro la follia nemmeno questo forse potrà servire. E ai genitori di quei ragazzi in gita e agli altri familiari delle vittime della tragedia in terra francese sarà difficile e probabilmente impossibile spiegare come un giovane di 28 anni con tutta una vita e una carriera davanti, possa aver deciso quel che ha deciso. Sarà impossibile perchè la follia umana non è mai veramente spiegabile.

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