Meno di un mese al voto

Regionali lombarde - Gli sfidanti schierati sulla linea dello start

di Alberto Bollis
Attilio Fontana, Pierfrancesco Majorino, Letizia Moratti, Mara Ghidorzi
Attilio Fontana, Pierfrancesco Majorino, Letizia Moratti, Mara Ghidorzi
Attilio Fontana, Pierfrancesco Majorino, Letizia Moratti, Mara Ghidorzi
Attilio Fontana, Pierfrancesco Majorino, Letizia Moratti, Mara Ghidorzi

La griglia di partenza è formata, ogni tassello del puzzle è al suo posto. Non ci sono state troppe sorprese: fra un mese a quest’ora già sapremo chi sarà il «nuovo» presidente della Regione e in che misura i partiti saranno riusciti a raccogliere voti e consensi.

Se escludiamo - perché ormai datati - lo strappo d’ottobre di Letizia Moratti e la sua successiva discesa in campo, è forse l’assenza di colpi di scena a caratterizzare l’ingresso nella fase più calda della campagna elettorale. I dissidi e le gelosie, che pure tormentano buona parte delle formazioni allo start, non hanno, in definitiva, prodotto lacerazioni visibili dall’esterno.

Il riferimento va in particolare ai malumori endogeni della Lega, molto rumorosi ma al momento senza effetti concreti: i bossiani del Comitato Nord si sono fatti sentire, certo, ma sono rimasti nei ranghi e hanno confermato l’appoggio a Fontana, mentre i quattro consiglieri regionali ribelli, quelli sì venuti allo scoperto, non hanno trovato modo di accasarsi altrove e adesso si apprestano semplicemente all’uscita di scena.

Almeno fino al giorno del voto, dunque, ci aspetta uno scenario di apparente compattezza degli schieramenti. Il risultato dello spoglio farà poi deflagrare a tempo debito tutto quello che adesso resta sopito per ragion di opportunità elettorale.

I candidati a governare la Lombardia sono quattro. Non riveliamo nulla di sconvolgente indicando nell’uscente Attilio Fontana il favorito. Lo riconoscono gli stessi sfidanti, parlando apertamente di «rimonta» e di «partita aperta», impegnati ventre a terra a smuovere soprattutto il grande serbatoio stantio degli indecisi.

Nei giorni scorsi abbiamo avuto l’opportunità di ricevere la visita in redazione dei tre maggiori pretendenti a Palazzo Lombardia. Fontana è apparso tranquillo, conscio del proprio vantaggio, felice di vedere frammentato il fronte avverso, per nulla intimorito dalla concorrenza a destra di Letizia Moratti. Certo, ha anche lui belle gatte da pelare: una Lega a rotoli in termini di consensi e tutt’altro che compatta, una forza emergente come Fratelli d’Italia che gli può assicurare quel che serve per vincere e forse addirittura il quorum per il sospirato premio di maggioranza; ma che poi (poi?) passerà (o sta già passando?) a riscuotere il pedaggio.

La Lady di Ferro appoggiata dal Terzo polo ha il beneficio di non avere granché da perdere: sta profondendo abbondanti risorse nella promozione di sé stessa, esalta la sua solida storia di manager pubblica e di amministratrice, può contare sull’appoggio di quel Carlo Calenda che alle recenti politiche in Lombardia ha raccolto più che altrove. Ma davanti ha una montagna da scalare: per compiere l’impresa dovrebbe riuscire a erodere consensi, tanti, a destra e a manca. L’impressione, comunque, è che non lascerà alcunché di intentato.

Pierfrancesco Majorino è combattivo e molto convinto. Gli spazi per manovrare non gli mancano, gli argomenti per demolire la sicumera fontaniana neanche. Eppure, sembra quello che più degli altri ha bisogno di trovare una chiave adeguata per presentarsi all’elettorato che vuole conquistare. Deve farsi conoscere bene, meglio, anche al di fuori di Milano, ha poco tempo e la regione è grande. C’è da chiedersi quanto gli giovi avere a fianco l’improvvisata compagnia dei 5 stelle, che a queste latitudini e in queste stagioni stentano a farsi riconoscere e a far passare un messaggio costruttivo, in particolare rivolto alle categorie produttive. Ma pensiamo male, e senz’altro ci sbagliamo.

La quarta candidata presidente, Mara Ghidorzi, rappresentante dell’estrema sinistra, è il classico outsider che corre più per logiche di bandiera e di ideologia che per altro. Non l’abbiamo ancora incontrata, ci ripromettiamo di rimediare per farcene un’idea più compiuta. Diciamo che la sua «azione di disturbo» potrebbe creare qualche disagio soltanto a Majorino, mentre lascia indifferenti gli altri due.

Ci sarà poi da seguire, almeno per gli amanti del genere, la sfida tra partiti, in forte competizione soprattutto nel recinto della propria coalizione, dove si determinano gli equilibri e i rapporti di forza. Inoltre, ora che sono note ufficialmente le liste e sono scritti nero su bianco i nomi dei candidati, andrà osservata all’interno dei singoli partiti la violentissima (politicamente, e non solo) lotta all’ultima preferenza tra i vari aspiranti consiglieri. Un combattimento feroce, con peculiari aspetti territoriali, nel nostro caso bresciani.

I posti a disposizione nell’aula del Pirellone sono limitati e lì dentro non si entra se non con pacchi e pacchi di schede con il proprio cognome vergato sopra per esteso: mica facile. C’è chi – tra gli uscenti – fa affidamento sul lavoro svolto negli ultimi cinque anni, chi invece è ricomparso sulla scena e sgomita solo ora che il tempo stringe. Questi ultimi sono i più spregiudicati, fanno spallucce davanti agli scrupoli, contano sullo sprint nonché sugli appoggi non disinteressati di ambienti ancora capaci di impartire rispettati ordini di scuderia. Sorrisi e pacche sulle spalle in pubblico, sgambetti e colpi bassi non appena si distoglie lo sguardo, anche e soprattutto tra colleghi di partito. Qualcosa già si percepisce, con l’avvicinarsi del 12 e 13 febbraio altro verrà a galla: tenteremo di raccontarvelo.

Prima di arrivare al voto si prospettano quattro settimane intense, infarcite di promesse e di polemiche, di manifesti, di affissioni e di santini nelle cassette della posta, di tambureggiante presenza sui social, di comizi, comparsate nei mercati e conferenze stampa. Una faticaccia o un divertimento, a seconda dell’interpretazione che date alla politica. Forza: ormai il traguardo è in vista, poi la parola passerà a voi elettori.

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