L’EDITORIALE

Riccardo sulle ali della celebrità

di Alberto Bollis
Dopo la vittoria a Sanremo 2022, Blanco oggi è il bresciano più famoso al mondo, osannato e venerato. Ora per lui viene il difficile: gestire tutto questo successo

Un articolo di Alberto Bollis - Diciotto anni (quasi diciannove, dài, li compirà il 10 febbraio, Giorno del Ricordo), un sorriso che imbambola, una voce che spacca, una presenza scenica “gigantesca” – parola dell’opinionista multimediale Selvaggia Lucarelli, oltre un milione di follower su Twitter e un cinguettio lusinghiero sul nostro approvato da decine di migliaia di “like” -, Riccardo Fabbriconi da Calvagese oggi è senz’altro il bresciano più celebre al mondo.

 

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Già amato da frotte di fan prima dell’avventura sanremese, dopo il trionfo sul palco dell’Ariston ha valicato i confini della pur ampia nicchia del pubblico specializzato, delle ammiratrici della prima ora e degli addetti ai lavori, tuffandosi con la sua accattivante naturalezza nel mare magnum della popolarità, quella vera, quella riservata a una risicata manciata di star dello show business internazionale.

Sì, perché – proprio come già accaduto in appena un paio d’anni ai Måneskin – ormai Blanco ha addosso gli occhi e gli appetiti commerciali di mezzo mondo. Andrà all’Eurovision assieme al fido e più esperto Mahmood, per lui una «spalla» davvero eccezionale. L'atletico rapper milanese ha saggiamente concesso le luci della ribalta alla giovanissima rivelazione del Festival, dimostrando di essere maturo e intelligente a sufficienza da fare mezzo passo indietro, non esserne geloso e cogliere da questa strategia il massimo dei vantaggi a lungo termine.

Ora Blanco si deve godere il momento magico; e, cosa più complessa per un ragazzo della provincia gardesana com'è in fondo lui, dovrà riuscire a gestire l'inevitabile ubriacatura del successo. Alle spalle ha una famiglia solida, uno staff di agguerriti professionisti che lo guida e lo blinda, una casa discografica che non vuole certo correre rischi di veder appassire precocemente un fiore così bello. Ma poi dovrà metterci carattere e lucidità. Perché, ammoniva Andy Warhol, ognuno può avere il suo quarto d'ora di celebrità, ma quel che conta alla fine è saper bene cosa farne.

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