SEGNALI E CAUTELE

Se l'Italia adesso cresce più di Berlino

di Ernesto Auci

Da Bruxelles arrivano segnali di ottimismo senza troppe cautele. Le previsioni della Ue danno un forte recupero della crescita per l'intera Europa e in particolare per l'Italia il cui Pil dovrebbe salire del 4,2% quest'anno e del 4,4% il prossimo. Siamo sostanzialmente nella media della Ue abbandonando le ultime posizioni che occupavamo stabilmente da una ventina di anni. E invece ora all'ultimo posto troviamo l'Olanda con una crescita di appena il 2,3% e la Germania che dovrebbe crescere solo del 3,4%.Il quadro piuttosto ottimistico è completato dalle parole del Commissario Ue all'Economia il nostro Paolo Gentiloni che ha fatto capire che le stime di crescita incorporano gli effetti del Recovery elargito da Bruxelles, ma tuttavia le stesse stime non riescono a tener conto dei positivi effetti indiretti sul clima generale della domanda e degli investimenti dei privati che potrebbero imprimere una ulteriore accelerazione della crescita.Tutto bene dunque ? Sì ma ci sono delle cautele da considerare. In primo luogo l'andamento della pandemia di Covid. È chiaro che con il procedere della vaccinazione si potrà gradualmente riaprire tutte le attività economiche e questo è un elemento decisivo per stimolare la domanda e la produzione. Ma attenzione, occorre agire con gradualità per evitare ricadute che sarebbero rovinose per la salute e per l'economia. In secondo luogo è fondamentale gestire bene e il fretta sia gli investimenti pubblici, sia, e soprattutto, le riforme più urgenti come le semplificazioni, la Giustizia e il mercato del lavoro. La seconda ragione si riferisce più che altro alla nostra situazione interna caratterizzata da un Governo retto da una personalità al di fuori dei partiti, ma che pur controllando agevolmente finora la situazione, non riesce a eliminare la conflittualità tra partiti opposti. Una conflittualità che, a parte le scaramucce giornaliere, rischia di rafforzarsi di fronte ai provvedimenti più importanti che stanno per essere varati, a cominciare dalla governance del piano per il Recovery, per non parlare della Giustizia e della pubblica amministrazione. Eppure l'avvio di queste riforme appare fondamentale non solo per rassicurare Bruxelles sulla capacità italiana di mantenere le promesse fatte, ma anche per i nostri concittadini che devono valutare l'affidabilità delle prospettive di ripresa, che pure ci sono e sono a portata di mano. Solo con la chiarezza sulle prospettive potrà tornare la fiducia. Le cose si stanno mettendo bene. Meglio del previsto. Ma dobbiamo saper approfittare del vento favorevole per accelerare l'andatura e non per rilassarci nella convinzione che la barca può andare da sola.

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