UN FRONTE UNICO

Strategia che guarda a tutto il Paese

di Antonio Troise

Non è ancora arrivato il momento di “brindare” alla ripresa e, soprattutto, di lasciarsi alle spalle i due anni più “orribili” dal dopoguerra. Eppure, dal Vinitaly che si è chiuso ieri a Verona, sono arrivati segnali di tenacia e di ottimismo, la voglia di un Paese che vuole rimettersi in marcia nonostante tutte le difficoltà del momento. Lo dimostrano i dati di un settore che, nel 2021, ha raggiunto il record storico del fatturato, con un giro di affari che ha superato i 12 miliardi di euro nonostante la battuta di arresto della pandemia. Ma lo dimostra, in maniera ancora più plastica, la folta schiera, mai vista prima, di buyers internazionali che hanno affollato gli stand della Fiera di Verona e che ha rivolto il suo interesse in particolare alle produzioni della Franciacorta e del Basso Garda. Naturalmente, nssuno si è nascosto dietro ai buoni risultati della 4 giorni scaligera. La kermesse, diventata appuntamento imprescindibile per tutto il settore, ha messo in evidenza anche le innegabili difficoltà che la filiera deve affrontare. Le ombre drammatiche del conflitto in Ucraina, l'impennata dei costi delle materie prime e dell'energia, gli scenari economici che registrano ovunque revisioni al ribasso: fattori che hanno costretto gli operatori economici del settore, già stremati dalla lunga parentesi del Covid, a un ulteriore sforzo per restare sui mercati e ribattere agli effetti della crisi. Proprio per questo, il Manifesto in cinque punti, a difesa del vino tricolore, lanciato dal Gruppo Athesis dagli stand del Vinitaly, ha raccolto tante adesioni convinte, sia sul fronte delle istituzioni che su quello delle associazioni di categoria. Un "documento" che arriverà sul tavolo di Bruxelles con un auspicio: passare dalle parole ai fatti. Perché, per superare l'emergenza, serve uno sforzo congiunto, è necessario che tutti facciano la loro parte. I produttori, a partire dal nocciolo duro delle piccole e medie imprese che costituisce l'ossatura della filiera, devono continuare a investire e puntare sulla qualità, tradizionale punto di forza del nostro vino sui mercati internazionali. Ma è anche necessario che il governo si affretti a varare un pacchetto di misure e di riforme che consentano alle imprese di superare il momento critico. Anche Bruxelles, però, deve battere un colpo: il problema dell'energia e delle materie prime riguarda tutti i Paesi del Vecchio Continente. Solo un intervento europeo può dare risposte adeguate a una questione ormai di dimensioni planetarie. Resta il fatto che la kermesse veronese, anche al di là dell'indiscutibile successo, ha confermato di essere una vetrina del Paese reale che resiste e guarda avanti, puntando su una ripresa strutturale e duratura. Due obiettivi che si possono raggiungere solo se ci sarà un "patto" fra tutti i soggetti in campo.

Suggerimenti