Tra rigore e debito i rischi per l'Italia

di Carlo Pelanda

La Germania adatta la sua politica di bilancio alla priorità di tutelare l'industria dagli choc multipli - costi energetici, blocco dell'export verso la Russia, coda pandemica - facendo debito. L'Italia, che subisce gli stessi choc, invece sta calibrando il sostegno all'industria cercando di non fare extradebito. Da un lato, la differenza è dovuta alle diverse capacità di indebitamento. Dall'altro, è evidente che qui l'industria non è al centro della politica e che c'è un'abitudine ideologica a scaricare sul sistema produttivo extracosti per lasciare spazio a interventi assistenziali, peggiorata nelle contingenze da un governo sostenuto da una maggioranza multicolore dove prevale l'assistenzialismo. Ciò spiega i ritardi nel mettere in sicurezza il sistema produttivo: per togliere le accise ai carburanti (fonte di inflazione) dovrebbe programmare, per esempio, un taglio al reddito di cittadinanza a chi non ne ha bisogno (circa 1/3), ma perderebbe la maggioranza. Dunque soffra l'industria, tanto le sue lamentele non contano per i numeri parlamentari. Ma c'è una soglia oltre la quale la mole di licenziati si tramuta instabilità, e quella soglia sta per essere raggiunta. Il governo è certo consapevole dei rischi, in particolare dopo aver visto una caduta del Pil vicina al 2,5% nel primo trimestre, ma segue, per evitare elezioni anticipate, la strategia di mostrare all'Unione Europea e alla Bce che l'Italia segue una disciplina rigorosa di bilancio per poi chiedere la creazione di un fondo europeo d'emergenza a debito comune, simile a quello attivato nella pandemia, nonché la riapertura dell'acquisto di debiti nazionali da parte della Bce stessa. Non è, dal punto di vista del governo, una strategia sbagliata viste le condizioni di stabilità politica come le percepisce. Inoltre, la Bce si è recentemente impegnata ad evitare la frammentazione degli spread, posizione che implica però un ferreo limite all'indebitamento dell'Italia. Ma chi scrive teme che tale strategia, facendo soffrire troppo l'economia italiana prima che arrivino compensazioni e miglioramenti di scenario, colpisca strutturalmente la competitività prospettica del sistema produttivo nazionale. Sarebbe razionale inserire anche tale fattore nei calcoli strategici del governo.www.carlopelanda.com

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