Un continente allo specchio

Un passo avanti, ma ci vorrebbe ben altro. Questa la sensazione a caldo dopo l'incontro di ieri a Bruxelles tra i ministri dell'Interno dei 28 Paesi dell'Unione europea. L'ondata migratoria verso il Vecchio continente è impressionante. Le divisioni anche. Ci sono i muri alle frontiere e ci sono governi che ne sognano di nuovi. Il minimo che si possa fare oggi è prevedere iniziative contro gli scafisti e adottare una volta per tutte la logica delle quote d'accoglienza di coloro che fuggono dalle aree di guerra. Il primo punto è stato effettivamente deciso, ma molto dipenderà dall'efficacia dell' «intelligence» dei principali Stati europei e anche dalla forza delle pressioni politiche su Stati come la Turchia, dove persino una «console onoraria» di uno Stato europeo (la Francia) vendeva tranquillamente gommoni agli scafisti. Alla luce del sole. Come se nulla fosse.Ieri a Bruxelles il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker ha posto sul tappeto due problemi rispetto alle quote: completare il programma d'accoglienza di 40mila rifugiati e soprattutto estenderlo fino a 160mila. Per il primo aspetto non ci sono problemi. Per il secondo sono esplose le polemiche tra i ministri. Alla fine sembra chiaro che i Paesi recalcitranti (Ungheria e Slovacchia in primo luogo) saranno esentati o quasi dall'obbligo delle quote. Nel presentarsi come i «timonieri» dell'Unione, i ministri di Francia e Germania hanno ieri tentato di rifilare ai Paesi di prima linea (Grecia, Italia e la stessa Ungheria) la patata bollente di un lavoro enorme, come quello del censimento dei migranti e delle operazioni di cernita tra rifugiati da un lato e persone alla ricerca di una migliore sistemazione economica, dall'altro. Lo scopo è quello di accogliere i primi e di respingere i secondi. Respingere come? Respingere dove? Nessuno lo sa. Un'Europa in difficoltà nei confronti della propria opinione pubblica rischia di affondare nelle sabbie mobili di scelte difficilissime, col risultato che- se il coordinamento tra i 28 Stati dell'Unione non sarà reale ed efficace- continueranno a svilupparsi quelle incertezze e quelle ambiguità che fanno solo il gioco dei trafficanti di esseri umani. L'Europa ha bisogno di chiarezza. Ieri non se ne è vista molta, anche perché c'è chi- in un contesto tanto preoccupante- non trova nulla di meglio da fare che prendersela con Schengen. Ecco Parigi ipotizzare la ripresa dei controlli alla frontiera italiana.

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