A corto di psichiatri la sanità è impazzita

La Leonessa
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Un mondo senza psichiatri è un’utopia, affermava Petrolini. Ma un reparto di salute mentale senza psichiatri è una...follia. La sospensione temporanea delle cure destinate ai pazienti psichiatrici scattata per mancanza di professionisti da dedicare al servizio all’ospedale di Leno non è un caso isolato, ma la punta dell’iceberg delle smagliature della rete di assistenza territoriale, quella che avrebbe potuto contenere gli effetti della prima ondata del Covid 19. Lo stop del turn over dei medici di base giunti alla pensione è il rovescio della stessa medaglia. Le Asst strette nelle anguste imposizioni di budget e di obiettivi manageriali da raggiungere non riescono a coprire adeguatamente i servizi e spesso, come avvenuto per la chiusura del punto nascite di Iseo, si ricorre ai numeri per giustificare tagli dolorosi per gli utenti. Ma per usare le parole dei sindacati dietro il declino del sistema sanitario nazionale si cela il fallimento delle politiche di assunzione di ospedali e strutture di cura. I direttori sono stati costretti a diventare dei freddi manager, incapaci di comprendere che la salute non è un business, ma un diritto da garantire a costo di essere accusati di sperperare risorse. Perché prendersi cura e guarire una persona non ha prezzo.

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