Ascensore sul Cidneo estenuante su e giù

L’autorizzazione della Soprintendenza non mette la parola fine al lungo iter del cosiddetto ascensore del Castello, tantomeno la mette alle polemiche (sull’infrastruttura c’è a Brescia tutt’altro che unanimità), ma chiude una partita complicata: quella con l’ente di via Calini. Un «giudice» col quale la Loggia ha spesso faticato a trovare sintonia e col quale ha almeno un’altra partita aperta: la copertura del cortile della Pinacoteca. L’autorizzazione di Rinaldi arrivata in extremis è l’ultimo esempio di una vicenda in cui nessuno ha mostrato fretta. Il sindaco, insieme alla soddisfazione, non a caso infatti ripete la parola «pazienza». Già, perché mancano ancora diversi passaggi prima di iniziare a bucare il Cidneo. Passaggi che, è il caso della Valutazione di impatto ambientale, potrebbero fare da ulteriore freno. Ma sia nel parere paesaggistico sia nell’appalto dei lavori l’unico attore è il Comune. E qui pesano le parole di Del Bono che non considera tabù un cantiere nell’anno della cultura. Quanto poi il tema ascensore sarà ostaggio delle incipienti campagne elettorali è da vedere. Insomma, l’ascensore ha fatto un bel passo avanti, certo, ma non è finita qui.

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