Bagolino non cede la piazza agli ubriachi

La Leonessa
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A conti fatti (conti sui troppi contagi possibili, sui rischi di annegare davvero in quel bagno di folla, sui costi sociali del capriccio e dell’azzardo) è stata la decisione più saggia: per quest’anno niente Carnevale di Bagolino. Ma non bastava: hanno anche proclamato la serrata di tutti i bar del paese, per evitare che anche senza la festa, ma solo per abitudine o per noia, su Bagolino calassero le solite orde barbariche di ubriachi e mezzi ubriachi, di quelli che ogni anno approfittano dell’occasione per sfidare il coma etilico e devastarsi senza un perché, senza nemmeno capire la meraviglia che hanno di fronte. Il Carnevale di Bagolino è la Cappella Sistina del folklore, nel suo insieme un oggetto culturale interessantissimo. Solo sui complicatissimi ornamenti dei cappelli e delle fasce dei Balarì si potrebbe scrivere un’enciclopedia, tanto sono ricchi di significati simbolici, di riferimenti storici, di arcana bellezza. Ogni gesto, ogni perlina, ogni fiocco è un’espressione culturale che racconta una storia. Se quest’anno non si può fare, pazienza. Lo impone la situazione e va accettata. Quello che non si poteva accettare, era che al posto di quel grandioso spettacolo si vedesse in giro solo una massa di ubriachi. Giusto dunque chiudere preventivamente anche i bar. Ma come siamo messi...

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