Bici anfibie, il mondo capovolto del lago

Bici anfibie. A pedalata assistita e come optional uno scafandro da palombaro in caso di inabissamento. Uno scherzo? Nient’affatto. Sul Garda il mondo si è capovolto: l’acqua non è mai stata così pulita nonostante gli scarichi fognari, i batteri alieni aggrediscono la sublacuale, gli ambientalisti rinnegano le ciclabili, «autostrade» del mezzo più sostenibile dai tempi del «celerifero», l’antenato delle due ruote. I comitati ecologisti del Benaco contestano l’anello ciclabile del lago e propongono soluzioni intermodali bici-battelli. Ok, va bene, ma allora è meglio aspettare il tram del Garda. Forse arriverebbe prima. Con buona pace di chi ogni giorno affronta il girone dei dannati delle code della Gardesana. Ma a proposito dell’ostracismo ai percorsi ciclabili, vallo a spiegare a Limone che con la sua passerella sospesa tra cielo e lago, sfidando le ripide falesie, ha rafforzato la sua posizione di meta turistica internazionale. L’impressione è che il Garda sia diventato un salotto di esperti improvvisati che, come nei talk show, parlano «ad minchiam», per usare lo sfogo cult del tecnico Franco Scoglio. Allora spariamola grossa fino in fondo: rimuoviamo la sublacuale e costruiamo un tunnel subacqueo per le bici.

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