Cambi di casacche e stracci che volano

Se è vero che la fedeltà non è altro che una serie di adulteri abortiti, di inganni mancati, allora il ministro Mariastella Gelmini è da considerare «fedele» al suo mentore Silvio Berlusconi. Ne abbia pace Licia Ronzulli che ieri, stanca del dibattito aperto sulla ex azzurra, ha chiuso i conti ribadendo che l’addio della bresciana era vociferato da tempo così come la sua spasmodica ricerca di «poltrone comode» anche al costo di continue giravolte. Ora che la Gelmini ha sbattuto la porta in faccia a Berlusconi, preferendo l’Azione alla calma senile del Cavaliere, i conti passati ma mai «contabilizzati» vengono messi all’incasso politico. Certo, vedere due signore battibeccare anche in aula, così come successo nel giorno della caduta di Mario Draghi, non è sicuramente uno spettacolo edificante. Stracci che volano e parole che rimangono marchiate a caldo sull’onorabilità di entrambe. L’invito a prendere lo Xanax rivolto da Ronzulli a Gelmini non è stato elegante. Ogni separazione ha conseguenze antipatiche nella vita ed evidentemente anche in politica. Ma nei palazzi romani non ci sono giudici a dare torto o ragione. Per i politici l’unico tribunale è quello delle elezioni. Chissà allora se il 25 settembre regalerà a entrambe «poltrone comode» o calci meno nobili...

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