I cigni di Desenzano e le uova di Pasqua

La Leonessa
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Tutto è successo attorno a Pasqua: il tradimento, il supplizio, la morte, la pietà, la resurrezione, il dubbio e infine la prova tangibile che la vita continua, se non per l’eternità dei Cieli in questo caso, almeno su questa terra per una prossima generazione. Sarà forse anche per questo, non per animalismo casuale o «della domenica», che tante persone si sono appassionate alla parabola della coppia di cigni che aveva fatto il nido e covato le uova sulla spiaggia di Desenzano. Uova di Pasqua ma non di cioccolato, non le uova del discount, ma la rappresentazione autentica e perfetta di quel simbolo; la vita che ritorna. Non poteva mancare nella Pasqua di questi cigni la passione, l’umano che li frusta con un bastone, il Giuda che tradisce la loro fiducia e ruba le prime uova, i giusti che in quella covata vedono una promessa di futuro, infine una volontà suprema e già scritta, quando le onde del lago distruggono il nido, mettendo in fuga i genitori e lasciando sul posto un ultimo uovo, uno solo, abbandonato. Lo raccolgono come un Cristo deposto i volontari del Wwf, con mani pietose lo consegnano a chi saprà prendersene cura. Se quel pulcino nascerà o non nascerà, noi forse non lo scopriremo mai. Ma abbiamo già scoperto quanto conforto ci possa dare crederci.

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