Non ci sono più i cinema di una volta, signora mia. Lontani i tempi in cui si andava in centro per un filmettino all’Astra o all’Adria dopo la pizza del sabato sera o le vasche della domenica pomeriggio. Che nostalgia per gli schienali di legno da terza visione, la messa a fuoco così così, il ronzio del proiettore lassù in ultima fila... Le sale storiche se le ricordano solo i boomer, mentre le multisale, quelle che hanno spostato i riflettori sulla periferia, faticano a tenere botta. Colpa di quella che è una vera e propria mutazione antropologica, accelerata dai lunghi mesi della pandemia. Il pubblico in massa si è convertito ai prodotti seriali e allo streaming, con i giovani in particolare che al grande schermo si rivolgono solo quando ci sono di mezzo i Marvel. Si è perso il gusto del rito, ci si è disabituati alla gioia della visione collettiva. Il cinema è diventato un fatto privato, un tutto e subito a portata di occhio (e di clic). Ma siamo proprio sicuri che sia tutta colpa di Netflix? Non è che anche il pubblico, ormai infossato nella buchetta del divano, ci ha messo del suo? I dati in Francia e negli Stati Uniti raccontano di un lento ritorno ai numeri dell’era Pre-Covid. In Italia no, le platee restano vuote e gli incassi non ripagano più nemmeno i costi di produzione. Che tempi, signora mia, che tempi...