CACCIA

Non c'è neve, i cinghiali non scendono a valle. Dimezzati gli abbattimenti

di Luciano Scarpetta
Gli animali trovano in quota il cibo necessario, senza necessità di spostarsi vicino alle abitazioni. A ruba i contributi per l’acquisto di recinzioni, necessarie per prevenire i danni alle coltivazioni agricole
Un branco di cinghiali, con una cucciolata, al pascolo nei boschi dell’Alto Garda Foto d’archivio
Un branco di cinghiali, con una cucciolata, al pascolo nei boschi dell’Alto Garda Foto d’archivio
Un branco di cinghiali, con una cucciolata, al pascolo nei boschi dell’Alto Garda Foto d’archivio
Un branco di cinghiali, con una cucciolata, al pascolo nei boschi dell’Alto Garda Foto d’archivio

La particolare situazione climatica con le scarse nevicate ha permesso ai cinghiali di trovare cibo in quota e quindi di scongiurare discese a valle. E di certo, per quest’anno almeno, non dovrebbero essere necessarie battute di giorno all’interno delle aree urbane, come il Parlamento ha appena autorizzato.

Mancano ancora alcune uscite in braccata, due quelle previste ogni settimana fino al prossimo 31 gennaio, (termine ultimo della stagione venatoria nella fascia bassa del Parco Alto Garda), ma già adesso è possibile tracciare un primo parziale bilancio sugli abbattimenti.

 

Raggiunta finora la metà dei prelievi consentiti

«Il numero previsto di prelievi nel periodo compreso tra novembre, dicembre e gennaio era di 400 - ammette la Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano a Villa di Gargnano - ma ad oggi, 9 gennaio, è stata raggiunta circa la metà dello stock consentito». La caccia in braccata (con i cani), si è svolta un solo giorno a settimana nel mese di novembre, mentre nei due restanti mesi di dicembre e gennaio le uscite consentite sono due a settimana. Proprio per permettere di svolgere tre mesi «pieni» di attività (nelle stagioni precedenti il mese di ottobre veniva sempre archiviato con pochi prelievi di cinghiali, mentre a ridosso della chiusura nelle ultime settimane di dicembre, gli abbattimenti aumentavano considerevolmente) da questa stagione è stato chiesto (e ottenuto) a Regione di far slittare l’apertura di un mese.

L’espediente però non ha prodotto per ora risultati migliori in termini di catture per le tre squadre abilitate, all’interno delle quali il numero dei cacciatori oscilla generalmente dai 15/20 ai 30 elementi. Il motivo? Secondo i tecnici dell’ente comprensoriale del Parco ciò sarebbe da ricondurre al particolare periodo di scarse precipitazioni che in quota a temperature più basse, si traducono in copiose nevicate.

 

Gli animali trovano sostentamento senza spostarsi

«In assenza di neve nelle zone più alte del comprensorio - è la spiegazione - gli animali non sentono molto la necessità di spostarsi come in passato in altre aree più basse del territorio alla ricerca di cibo, rimanendo nei loro areali abituali dove possono trovare sostentamento a sufficienza». Oppure, come ad esempio dalle parti della frazione di Prabione a Tignale, trovano più agevole spostarsi solo nelle ore notturne nei prati limitrofi, trovando nuovamente rifugio nella boscaglia durante il giorno.

 

A ruba i contributi per le recinzioni

Quasi uno scherzo del destino da queste parti, se consideriamo che la scorsa estate sono andate letteralmente a ruba in Comunità Montana Parco, le concessioni di contributi previsti nel bando emanato a fine giugno a parziale copertura (il 50% delle spese Iva esclusa) per l’acquisto di recinzioni, necessarie per prevenire i danni alle coltivazioni agricole provocati dai cinghiali. Una piaga che si spera di limitare soprattutto in prossimità delle abitazioni.

«Da quando abbiamo iniziato con questa misura - è reso noto dalla Comunità Montana – l’importo complessivo erogato ha superato tranquillamente i 150 mila euro. Si tratta generalmente di privati per lo più localizzati nelle zone collinari di San Michele, nel Comune di Gardone Riviera, Salò, Gargnano e Toscolano Maderno. La stragrande maggioranza di loro ha deciso di provvedere a posizionare le recinzioni dopo aver visto i cinghiali sotto casa».

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