I pescatori
«stangati» e
l’enigma del Dpcm

La Leonessa
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Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». E gli altri discepoli: «Verremo anche noi con te». È il Vangelo secondo Luca e tutti sappiamo come andò a finire: tirarono su una caterva di pesci, da spaccarsi le braccia a salparli per quanti erano. La pesca miracolosa, per intercessione del Signore. Ma quello era il lago di Tiberiade, non il laghetto di Poncarale, dove un miracolo ci vorrebbe adesso per 54 pescatori, emuli sfortunati di San Pietro. In gruppo si sono cuccati un multone da 21 mila euro perché stavano pescando in giorno di «zona rossa» fuori dal Comune di residenza. Il problema è: quale norma? Per quella regionale la pesca si può svolgere anche fuori dal Comune, ma per la Prefettura fa testo il Dpcm che dice il contrario. Dicono i non credenti che il Vangelo sia racconto di fantasia. Ma almeno è lineare. Almeno si capisce. Qui invece bisogna essere professori di diritto per pescare due aole.

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