Il lockdown infinito della piscina di Ghedi

La Leonessa
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A molti sta mancando in questi mesi, nostalgica memoria olfattiva di un ricordo già troppo lontano, l’odore del cloro sulla pelle dopo una nuotata in piscina. Un odore chimico, sintetico, ma è odore di pulito, di nuovo, come di rigenerazione. È stato detto che nuotare nell’azzurro traslucido di una piscina è sempre un’esperienza che molti nuotatori descrivono come rinascere ogni volta: come volare in una trasparenza irreale, vasca dopo vasca è una fatica che fortifica e che ci restituisce nuovi al mondo. Ma chi farà rinascere le piscine dopo il disastro della pandemia, del lockdown e delle zone rosse? Un lockdown che per molte piscine, anche nel Bresciano, non finisce mai: la lunga chiusura ha rovinato finanziariamente i gestori, arrugginito gli impianti, in molti casi ancora chiusi da quel funereo marzo 2020. Succede a Ghedi, dove il Comune è in causa col gestore, in difficoltà economiche, ma non si trova nessun altro a cui affidare le piscine, nonostante siano stati spesi 690 mila euro per lavori strutturali. Avvocati, conti, bandi d’appalto, auspici, speranze, ma nel prato davanti all’impianto l’erba è alta, all’interno le vasche sono vuote, i nuotatori a casa e asciutti, il personale senza lavoro. E il lockdwon non passa mai.

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